
28 Nov A proposito di architettura uzbeka
Come tutte le terre di confine, quelle che stanno a metà tra un mondo e l’altro e devono svolgere una funzione di ponte, l’Uzbekistan è un crocevia di culture. E questo ovviamente si riflette nella sua architettura straordinaria. La ricerca archeologica in Asia centrale ha rivelato tracce contemporanee all’era acheuleana. Infatti, resti di monumenti sia dell’età della pietra che dell’età del bronzo sono stati trovati nelle regioni di Surkhandarya, Tashkent, Samarcanda, Fergana e Navoi.
I primi coloni conosciuti nella regione furono nomadi persiani orientali, tra l’VIII e il VI secolo a.C. Ma le pianure uzbeke divennero ben presto un centro di civiltà. Da qui passeranno grandi condottieri come Alessandro Magno e Gengis Khan e importanti viaggiatori come Marco Polo. Attraverso la Via della Seta transiteranno non solo merci ma anche idee. Così studiosi, teologi, matematici e artigiani hanno dato vita a un ibrido culturale. Città antiche come Samarcanda custodiscono alcune delle architetture islamiche meglio conservate al mondo. La moschea Bibi-Khanym, capolavoro del XV secolo, conserva ancora i tratti caratteristici delle moschee medievali. La sua imponente bellezza risiede non solo nella impressionante cupola che raggiunge i 40 metri, ma anche nei vivaci motivi geometrici di quell’azzurro tipico dell’Uzbekistan che conferiscono all’edificio un bagliore etereo. Un azzurro straordinario che i maestri odierni continuano a produrre con minuzia certosina secondo antichi processi.
In epoca medievale in Uzbekistan non c’era solo l’Islam ma erano diffusi anche il buddismo, il cristianesimo e lo zoroastrismo, nonché il giudaismo, dando vita un caleidoscopio di architettura religiosa. Qui ci sono alcune delle più antiche sinagoghe dell’Asia centrale. Nel XIX° secolo nascono edifici in mattoni cotti, che però conservavano ancora un particolare carattere uzbeko. Sarà poi in epoca sovietica che prenderà piede un diverso tipo di architettura: il brutalismo. Oggi l’architettura uzbeka è caratterizzata da un equilibrio tra design tradizionale e innovazione moderna.
Il periodo Islamico
La definizione “architettura islamica” racchiude un mondo estremamente variopinto. Si sviluppò fra il VII e il XIX secolo, nei territori raggiunti dalla religione islamica. Dall’Egitto e l’Africa settentrionale, all’Europa in Spagna e Sicilia e fino al Medio Oriente, in Siria, in Persia e in India, passando attraverso le steppe dell’Asia Centrale. Ovviamente un mondo così vasto non poteva che racchiudere in sé una grande varietà ambientale e culturale che trova riscontro anche nell’architettura. Tuttavia ci sono alcuni elementi comuni come la colonna, l’arco e la cupola. Tipica è la volta a muqarnas. Queste nicchie sempre più esuberanti e numerose, disposte orizzontalmente in ordini sovrapposti e sporgenti l’uno sopra l’altro dànno l’impressione di alveari o di vòlte a stalattiti.
L’aspetto che influisce maggiormente sull’architettura islamica è senza dubbio la religione e questa accomuna i diversi stili artistici regionali e giunge fino a noi attraverso i secoli. Le principali tipologie costruttive dell’architettura islamica sono la moschea, la tomba, il palazzo e la fortificazione. Splendidi esempi dell’architettura islamica si possono trovare un po’ ovunque nel Paese dalle bellissime moschee della capitale al complesso del Registan di Samarcanda, alle città che trasudano storia millenaria come Khiva e Bukhara.
L’eredità sovietica
In tutta l’Asia Centrale l’eredità sovietica si fa sentire nel tessuto architettonico di quei paesi che fecero parte dell’Unione. Richiami modernisti e brutalisti, tipici dell’architettura sovietica dagli anni Cinquanta alla dissoluzione dell’URSS, emergono dal tracciato urbano. Dighe, imponenti hotel e curiosi edifici disseminati su un territorio immenso. In quest’area l’estetica fluttua tra le suggestioni locali, influenzate dall’architettura islamica e persiana, e l’impulso sovranazionale dettato dall’ideologia. Per questo si possono trovare edifici di grande interesse che mischiano le linee moderne con decorazioni che ricordano gli stilemi orientali tradizionali. C’è uno splendido volume, compendio dell’architettura modernista sovietica in Asia Centrale: Soviet Asia dei fotografi Roberto Conte e Stefano Perego.
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E questa intervista.
Fulgidi esempi dell’architettura sovietica si possono vedere a Tashkent: Hotel Uzbekistan, Central Exhibition Hall of the Academy of Arts of Uzbekistan, la metropolitana, la Tashkent TV Tower.
In tutto il mondo quest’arte esercita un fascino contraddittorio. Alcuni si chiedono perché l’architettura sovietica fosse così brutta; altri invece vedono la bellezza anche nel grigio agglomerato di edifici modernisti che ancora oggi caratterizzano lo spazio post-sovietico. Oggi questi colossi di cemento stanno tornando alla ribalta e intorno a loro c’è un nuovo fermento. Ci sono centinaia di siti e profili Instagram da seguire. Uno dei miei preferiti è architectonictravels.