Il Capodanno in Russia: i 4 immancabili

Ormai le festività sono alle porte. Ognuno di noi ha le sue percezioni e idee. Per me questo è sempre stato uno dei periodi più affascinanti dell’anno. Sarà il ricordo di belle serate trascorse in famiglia, il profumo dei mandarini sulla stufa a casa della nonna, le risate di mia mamma e dello zio, le mangiate, i festeggiamenti con gli amici. E’ un periodo di fermento e allegria, ma anche di raccoglimento se vogliamo, una finestra da aprire su se stessi per fare un bilancio su quello che siamo stati e che è stato l’anno trascorso e i propositi per il futuro.

Ma come si festeggia in Russia?

In Russia il periodo delle feste è un po’ diverso rispetto all’Italia: va dal 31 dicembre fino a oltre la metà di gennaio. Si inizia con la festa per il Nuovo Anno, che è indubbiamente la festa più sentita e speciale, poi si festeggia la notte di Natale il 6 gennaio e il 13 gennaio il Vecchio Capodanno (Eh si.. in Russia è Capodanno due volte! in questo post vi spiego  come mai) e tra il 18 e il 19 gennaio si celebra il Battesimo di Gesù. Ma già a inizio dicembre l’atmosfera di festa pervade le città e le case dei russi. La Russia è un paese dalla storia complicata si sa, e questo si riflette anche nelle sue feste, sospese tra occidente ed oriente.

Perché in Russia il Capodanno è così importante?

I russi amano questa festa le cui radici affondano nel passato pagano del paese, in un ciclo di rituali propiziatori che gli antichi slavi celebravano durante il solstizio d’inverno: la Koliada. Successivamente questa tradizione venne assorbita dal Cristianesimo degli albori e il Capodanno iniziò ad essere festeggiato prima a marzo e poi a settembre. Sarà Pietro il Grande, nel 1699 ad importare la celebrazione del Capodanno il 31 dicembre, come già si faceva in tutta Europa. Solo che di lì a poco quest’ultima adotterà il calendario gregoriano mentre la Russia continuerà a lungo -fino al 1919- a festeggiare quasi due settimane dopo, secondo il calendario giuliano. Ecco perché in Russia esiste un Novyj God –Nuovo Anno, ed un Staryj Novyj God -Vecchio Anno Nuovo  il 13 gennaio. In epoca sovietica ovviamente il Natale fu bandito in quanto festa religiosa e fu così che il Capodanno finì col diventare la festa più importante dell’anno. Oggi il Natale è una festa puramente religiosa e celebrata solo dagli ortodossi praticanti, che prevede una serie di riti molto diversi da quelli del Natale occidentale, ad esempio la pratica del digiuno nei 40 giorni precedenti. Tutte le tradizioni tipicamente natalizie, come quella di scambiarsi doni, sono state spostate dai russi al 31 dicembre. Per questo anche se il Natale si festeggia il 7 gennaio l’atmosfera che potrete respirare in Russia a dicembre è la stessa di qualsiasi città Europea.

Quali sono i simboli del Capodanno russo?

1) Elka (jolka) l’albero di Natale che poi in Russia non è l’albero di Natale ma l’albero del Nuovo Anno.

C’era una volta Pietro il Grande… fu ancora lui, l’incubo dei boiari e di tutta la nobiltà russa e non solo, a importare di ritorno dalla sua “Grande Ambasceria in Europa” strane usanze. Anche quella di addobbare case, strade, tetti e portoni in occasione del Capodanno. Ma sarà soprattutto Carlotta di Prussia quando diventerà zarina a rendere popolare, prima a San Pietroburgo e poi in tutta la Russia, la tradizione di adornare le case con l’albero di Natale. Le decorazioni almeno inizialmente erano improvvisate: piccole figurine commestibili, noci e cibi vari oppure potevano essere realizzate in casa con cera, cartone e cotone. In alcuni casi venivano importate dalla Germania, finché comparvero le prime produzioni artigianali locali. L’albero di Natale conobbe un periodo di disuso durante la Prima Guerra Mondiale– perché considerata un’usanza del nemico tedesco- e vietato dai Bolscevichi perché legato alla festività religiosa del Natale. Poco dopo venne nuovamente ristabilita come tradizione laica legata alla celebrazione del Capodanno. Ecco perché si chiama Novogodnaya elka (l’albero di Capodanno).

2) Che Capodanno sarebbe senza Ded Moroz e Snegurochka!

Se Santa Claus abita a Rovaniemi, Ded Moroz a Velikij Ustyug. Piccolo e antichissimo borgo nel remoto Nord russo ricco di storia, bellissimi paesaggi e architetture tradizionali. Non fatevi ingannare però.. La somiglianza con Babbo Natale è solo superficiale! Come il suo collega è un vecchietto canuto che porta i doni, ma le origini e i tratti distintivi di Ded Moroz sono antichi e pieni di suggestione. Innanzi tutto le origini sono pagane e non particolarmente benevole. Ded Moroz si chiamava Morozko, ed era una potente  e crudele divinità del gelo e del ghiaccio, che poteva congelare persone e paesaggi a piacimento, compresi interi eserciti invasori. Col tempo si trasformò nella figura di un vecchio  saggio e imparziale che puniva soltanto chi se lo meritava. Ded Moroz è sempre accompagnato non da folletti ma dalla sua nipote Snegurochka o Fanciulla di Neve. I due personaggi li vedrete sempre insieme nei loro splendidi abiti che ricordano i meravigliosi ricami della neve e del gelo dell’inverno russo. L’abito di Ded Moroz è generalmente blu o bianco e ricorda i ricchi abiti dei nobili boiari e porta sempre un alto bastone di legno con cui bussa alle porte. Se vi state chiedendo delle renne, la risposte è no.. non trainano la slitta di Ded Moroz. Come un vero aristocratico russo, Ded Moroz viaggia su una troika, una slitta trainata da tre cavalli.

3) Vodka e Champagne russo

Alla mezzanotte sicuramente si stapperà una bottiglia di spumante russo o di vodka, i più raffinati si affideranno allo champagne francese o allo spumante italiano. La vodka si beve do dna (alla goccia) quelli che la sorseggiano come se fosse un vino da degustazione non si possono guardare!; ghiacciata e servita con stuzzichini o prelibatezze. I russi amano brindare e il brindisi o tost è un vero e proprio rituale, tanto che non esiste una parola unica per fare un brindisi. Il tost è un più o meno un breve discorso di augurio, mai scontato, mai ripetitivo che può essere alla salute, all’amicizia, all’amore, sul senso della vita o su qualsiasi argomento caro a chi lo pronuncia.

4) Insalata russa o insalata Olivier? Chiamatela come volete ma non può mancare..

Io e la cucina russa non siamo molto amici, anche se negli ultimi anni grazie alla rivisitazione in chiave moderna di molti piatti della tradizione ho dovuto in parte ricredermi. I sapori della cucina russa sono particolari, ma a contrario di quello che si può pensare è ricca e variegata. Uno dei cavalli di battaglia più conosciuti è la salad oliviè. La famosa insalata super calorica, che in Italia e in molti altri paesi del mondo chiamiamo insalata russa, ma in Russia si chiama insalata Olivier.

L’origine di questa insalata a base di verdure fresche e bollite ho scoperto essere davvero curiosa e controversa. La teoria più diffusa è che a inventarla sia stato un cuoco franco-belga, Lucien Olivier, che lavorava presso il famoso ristorante Hermitage di Mosca verso la metà del 1800. Originariamente la ricetta prevedeva anche l’utilizzo di ingredienti molto costosi che la rendevano un piatto d’elite. Solo in epoca sovietica diventerà un piatto più economico e quindi più popolare. Secondo altre fonti l’origine potrebbe essere stata una specialità italiana del 1500 presso la corte dei Medici o piemontese, la ricetta venne proposta da un cuoco dei Savoia in occasione della visita dello Zar. A Capodanno è immancabile sulle tavole dei russi insieme alle sue compagne Vinaigrette o Vinegret e Aringa in pelliccia, ma ve la ritroverete di sicuro in tavola anche in altre occasioni. E non pensate che basti una terrina qualunque.. vengono preparate bacinelle di insalata russa annegata nella maionese! Uno dei primi ricordi del mio primo viaggio in Russia! Così come non mancheranno mai i mandarini. Colorati e profumati con la polpa succosa e provenienti dal Caucaso. Il loro profumo è il profumo delle feste.

Se volete vivere la magica atmosfera del Capodanno in Russia cliccate qui.

Spero di avervi fatto venire un po’ di voglia di festeggiamenti. E quest’anno alla mezzanotte augurate buon anno così: S Novym Godom!

Condividi e dillo agli amici!