In Georgia tra meraviglie paleocristiane e cemento sovietico

Il cristianesimo è giunto in Georgia molto presto. Insieme all’Armenia questo piccolo paese è rimasto un’isola cristiana in un’area dominata dall’Islam. Già intorno al 327 d.C. era stato adottato come religione nazionale attraverso la predicazione di Santa Nino e la conversione di Re Mirian e della sua sposa la regina Nana. Chiese e monasteri favolosi si ergono abbarbicati in posizioni elevate, circondati da scenografiche montagne. Qui si possono trovare meraviglie paleocristiane conservate quasi intatte (se considerate che in Italia invece molte le troverete rimaneggiate dal Barocco mannaggiaaloro!!).

La capitale a quel tempo era Mtskheta e diventerà il centro della spiritualità georgiana. Qui si trova l’impareggiabile Cattedrale di Svetitskhoveli, risalente al IV secolo. E’ un luogo carico di sacralità! La chiesa sorge sulla tomba di una donna di nome Sidonia, che secondo le fonti agiografiche venne sepolta qui insieme alla tunica di Cristo stringendo la quale sarebbe morta e dalla quale non fu possibile separarla. Sulla sua tomba sorsero prima un cedro e poi la chiesa. La leggenda narra che uno dei sette pilatri si trovasse al posto del cedro abbattuto, durante la costruzione si sollevò e solo grazie alle preghiere di Santa Nino tornò al suo posto. La colonna miracolosa guarì molti malati. Le imponenti mura esterne sono decorate con motivi simbolici tra cui troviamo il simbolo dell’architetto Arsukidze (una mano che regge una squadra) tra pavoni, grappoli d’uva, teste di toro e raffigurazioni religiose. Le pareti interne sono decorate da affreschi di varie epoche di cui si conservano solo frammenti: una bestia dell’Apocalisse, un Cristo contornato dai segni dello zodiaco, scene della vita di re Mirian e Nana, il Cristo Pantocratore.

Ma questo non è l’unico tesoro di Mtskheta, il Monastero di Jvari è un’altra tappa imperdibile. E’ situato sulla collina che domina Mtskheta, proprio alla confluenza dei fiumi Mtkvari e Aragvi. Anche qui la protagonista è Santa Nino che eresse, nel luogo in cui sorgeva un antico tempio pagano, una croce lignea. Intorno ad essa sorgeranno la chiesa e il monastero. Per gli appassionati, come me, di arte paleocristiana e medievale la Georgia è un vero paradiso. Nell’estremo Nord, alla frontiera con la Russia, si trova la Chiesa di Gergeti, che si può considerare la cartolina simbolo della Georgia. Svetta altissima e circondata dalla Catena del Caucaso come una corona. Ma il nord della Georgia possiede un’altra meraviglia architettonica: i villaggi turriti del Caucaso. Questi villaggi dell’Alto Svaneti, con i loro grappoli di torri secolari che si adagiano lungo i declivi delle vallate, ricordano un po’ le case-torre delle nostre città medievali.

Dalle montagne del Caucaso alle vigne della regione di Kakheti… Nella splendida valle di Alazani si trova l’antico Monastero di Alverdi. Nella capitale Tbilisi, si mescolano scorci secolari e futuristici con in mezzo rimasugli sovietici. A strapiombo sul fiume Mtkvari sorge l’antica chiesa di Metekhi che risale al V secolo e più in alto i bastioni dell’antica fortezza di Narikala.

Ma dicevamo…i rimasugli sovietici… Il patrimonio architettonico di questa epoca mette in evidenza tutte le peculiarità della Georgia, che si porta dietro un’eredità dal taglio brutalista e modernista ma a cui vengono affiancati gli elementi più tradizionali dell’architettura georgiana. Lungo la Strada Militare georgiana, poco fuori l’abitato di Gudauri si trova il Monumento all’Amicizia dei Popoli di Russia e Georgia. Il monumento in cemento e mattoni realizzato nel 1983 dal famoso artista Zurab Cereteli si trova in una magnifica posizione scenografica. I colorati mosaici che ricoprono l’arco cozzano con la triste realtà delle relazioni tra i due popoli. Al di sotto si apre la magnifica Valle del Diavolo.

Gori è una bellissima cittadina in cui le atmosfere sovietiche convivono con l’architettura antica. La fortezza medievale risale al VII secolo, la città vecchia ha splendide case ed edifici in mattoni e non si possono dimenticare i caratteristici balconi decorati in legno. Ma oltre a questo ci troverete il Museo di Stalin (nato qui), e uno dedicato alla WWII, vi capiterà di attendere il treno alla presenza di Stalin nella Stazione ferroviaria oppure potreste fare un tour in Lada alla scoperta di tutte le tracce sovietiche in città. Chiatura, ex città mineraria conserva le funivie dell’era sovietica. Volute da Stalin dovevano trasportare facilmente i minatori che estraevano il manganese dalle enormi riserve della zona, dalla città alle miniere. Le cabine della vecchia funivia di epoca staliniana non funzionano più e sono state sostituite da una più moderna ed efficiente funivia, ma vale la pena di vedere ciò che ne resta. Oltre alla vecchia funivia a Chiatura si possono osservare lo stadio Temur Maghradze, gli immancabili panelki (condomini prefabbricati), un ex palazzo dei Giovani Pionieri decadente e abbandonato e vari bellissimi mosaici e bassorilievi sparsi per tutta la città.

Nella capitale di segni dell’epoca del socialismo ne sono rimasti parecchi, dalla torre della televisione ai mosaici della metropolitana, la fiera statua di Madre Georgia e le preziose opere di Zurab Cereteli. Ma Tbilisi è una città in pieno fermento e le opere dei super architetti odierni punteggiano la città in mezzo a tutte le stratificazioni storiche. Insomma in Georgia non ci si annoia!

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