In Russia il tè è una cosa seria!

“Avevo bisogno di bere molto tè, perché non potevo lavorare senza. Il tè risveglia quelle opportunità che sono latenti nell’anima mia”.

Lev Tolstoj

Crederete che la cerimonia del tè sia peculiarità  inglese o giapponese. Ma non solo! Anche in Russia il tè è una cosa seria.

Il Samovar. Un gorgoglìo che sembra un canto!

Protagonista di questa cerimonia è il Samovar, sostanzialmente una caldaia per far bollire l’acqua. Immancabile in qualsiasi casa, faceva parte del corredo di nozze delle giovani spose e si tramandava di generazione in generazione. Era sempre tenuto con grande cura e posto in vista nella stanza. Anche se viene considerato uno dei simboli della Russia, le sue origini potrebbero non essere russe. Forse potrebbe arrivare dalla Cina, secondo altri fu importato da Pietro il Grande dall’Olanda, secondo altre fonti sarebbe nato a Tula e per poi essere prodotto nelle fabbriche dell’industriale Demidov negli Urali . Non si sa!  Anticamente lo si metteva a scaldare sul fuoco di legna, ma a volte venivano usate addirittura le pigne e questo conferiva all’acqua un delicato sapore di pino. Oggi perlopiù è elettrico. In cima c’è una piccola teiera con le foglie per l’infusione. Questo tè, molto concentrato, è chiamato zavarka e viene diluito con l’acqua del samovar direttamente nella tazza.  Ancora oggi nelle case dei russi non è insolito trovare questa forte infusione sempre pronta, che poi viene diluita con l’acqua bollente.

Un pò di storia.

Già conosciuto dai cosacchi nel XVI secolo, la vera usanza di bere il comincia con Pietro il Grande. Tuttavia non fu nella sua San Pietroburgo ma a Mosca, che il tè divenne una vera tradizione della tavola russa. Negli anni Venti del Settecento presero il via le forniture di tè alla Russia in grandi quantità. A differenza di quanto avveniva in Inghilterra dove il tè arrivava dall’India, in Russia veniva importato dalla Cina. Le navi mercantili inglesi trasportavano un tè essiccato, che quindi aveva un sapore diverso, mentre in Russia arrivava via terra attraverso la Siberia e gli Urali e non necessitava di essere essiccato. A differenza di quanto avveniva in Inghilterra dove il tè arrivava dall’India, il tè arrivava in Russia dalla Cina. Le navi mercantili inglesi trasportavano un tè essiccato, che quindi aveva un sapore diverso, mentre in Russia arrivava via terra attraverso la Siberia e gli Urali e non necessitava di essere essiccato. Anton Chekov racconta molto bene i patimenti di postiglioni e viaggiatori lungo la scassatissima, infernale, ma ahimè unica via percorribile… “Siberiana”.

Si legge ne L’Isola di Sachalin:

… è pressocchè l’unica arteria che congiunge l’Europa alla Siberia. E sarebbe proprio lungo quest’arteria – così almeno si afferma – che la civiltà fluirebbe in Siberia! Certo, se ne dicono parecchie, ma se ci sentissero i vetturini o gli impiegati postali, oppure questi concittadini fradici e infangati che affondano nella melma fino al ginocchio per trasportare il tè in Europa, chissà che cosa penserebbero dell’Europa medesima della sua sincerità! A proposito, guardate questo convoglio. Una quarantina di carri carichi di casse di tè, incolonnati lungo il terrapieno…Le ruote sprofondate a metà nei solchi, una lunga fila di ronzini scarni con il collo teso…

A. Chekov – L’isola di Sachalin

Inizialmente il prezzo era abbastanza alto, ma quando si abbassò la bevanda iniziò ad essere consumata da tutti i ceti sociali. Ovviamene era diversa la qualità del tè.

Ai tempi di Caterina II, quando il tè era già diventato una bevanda nazionalpopolare, un ricco mercante, Sergej V. Perlov, decise di costruire un casa dove vendere e caffè. La famiglia Perlov aveva iniziato la sua attività nel XVII secolo, con un piccolo banco al mercato, vendendo foglie di tè importate e bevande a base di tè. Col tempo, la società della famiglia avrebbe assunto una posizione di leadership nel mercato del tè, del caffè e della cioccolata in Russia, diventando fornitore ufficiale della corte reale russa e imperiale austriaca, rumena e del Montenegro. La casa venne costruita nel 1890, ma poi nel 1896 in occasione della visita di un ambasciatore dell’imperatore cinese, Li Hongzhang, inviato a Mosca per l’incoronazione di Nicola II, le venne dato l’aspetto che conserva ancora oggi di pagoda cinese. Perlov voleva sistemare tutto, per far colpo sul notabile e ottenere alcuni importanti contratti d’importazione del tè. L’intero edificio era in stile cinese, appesa vi era la bandiera e i commessi vestivano camicie rosse e gialle. Ornamenti di serpenti, lanterne orientali, vasi e sculture in porcellana cinese ornavano il negozio e i clienti potevano sedersi su cuscini di seta. La casa attirò ben presto l’attenzione dei moscoviti, che da allora cominciarono a frequentarla assiduamente. Un angolo di Pechino a Mosca! Nel periodo sovietico solo il piano terra rimase adibito a negozio, mentre i piani superiori divennero delle kommunalki (le tipiche case comuni, con una stanza per famiglia e cucina e toilette comuni). Dopo il restauro nel 1997 tornò al suo antico splendore e ancora oggi qui si può gustare un ottima tazza di tè e trovare miscele pregiate spesso introvabili. Le foglie pregiate giungono dalla Cina, da Ceylon, dall’India, dal Kenya, dall’Inghilterra e da ogni parte del mondo ma anche dalla Russia, come quello famoso della regione di Krasnodar. Si trovano le tradizionali marche russe come la May Tea (il Tè di Maggio), la Staraya Moskva (L’antica Mosca), o i Three Indian Elephants (I Tre Elefanti Indiani). Si possono comprare in bustine ma se volete davvero seguire la tradizione russa meglio le foglie per preparare la zavarka.

Come si beve il tè in Russia?

Ogni momento è quello buono per un tè. E’ il momento ideale per godere della tipica e calda ospitalità russa e concedersi un momento di chiacchiere e relax!

Il tè non si serve mai da solo, ad accompagnarlo: miele, dolci, baranka (dolce a forma di anello), cioccolatini, pan pepato, stuzzichini. Si possono aggiungere agrumi, fette di limone o anche marmellata di arance o ciliegie. Questa tradizione ha origini antichissime e risale ad una abitudine cinese di epoca Tang, quando il tè si beveva con varie aggiunte di frutta o verdura e spezie. In Russia,quando i viaggiatori facevano una sosta per cambiare i cavalli, bevevano tè per scaldarsi e aggiungevano il limone per “migliorare la salute”.

In Russia il tè si beve zuccherato. Originariamente si mettevano dei pezzettini di zollette in bocca e si beveva la bevanda bollente addolcita dallo zucchero. Secondo Pushkin, l’estasi è bere tè nero con una zolletta di zucchero fra le labbra.

Infine, il tè in Russia va bevuto bollente! Anticamente c’era l’usanza di versarne un po’ nel piattino per farlo raffreddare più velocemente.

Foglie di Ivan Chaj

Quanta varietà!

Il tè è molto apprezzato per le sue proprietà. Tra le qualità più diffuse c’è il tè verde, ma soprattutto il tè nero. Prima che il tè giungesse in Russia si beveva un infuso chiamato Ivan Chaj (camenerio) dalle molte proprietà benefiche e diffuso ancora oggi. I medici ritengono che aiuti ad abbassare la febbre, allevi il mal di testa, riduca il rischio di contrarre il cancro e aiuti a liberare il corpo dalle tossine. Ma esistono ancora numerose altre infusioni: lo zveroboj (iperico, comunemente noto con il nome di erba di San Giovanni); il tè di tavolga; le foglie di smorodina (Ribes nero) note fin dal XI secolo nei monasteri di Kiev e Novgorod; le foglie di brusnika (Mirtillo rosso) considerata  la regina dei boschi russi.

Condividi e dillo agli amici!