
09 Dic Motivi per cui devi visitare la Georgia
Il Caucaso è un territorio estremamente ricco, intricatissimo dal punto di vista etnico e dotato di una varietà sorprendente di paesaggi. Il nome deriva dall’ omonima catena montuosa; è una terra stretta tra il Mar Nero, il Mare d’Azov e il Caspio. Qui è dove l’Europa incontra l’Asia. Si compone di piccoli paesi accomunati da una storia tormentata, un’ospitalità travolgente e un mix di tradizioni che si riverberano in cucina, musica, arte e letteratura. Tuttavia, pur essendo paesi piccoli, ognuno di essi ha talmente tanto da offrire che è necessario decidere su cosa concentrarsi. I tre paesi principali sono Georgia, Armenia e Azerbaijan. Poi ci sono i territori meravigliosi, ma, a causa della situazione geopolitica precaria difficilmente visitabili, dell’Abkhasia e dell’Ossezia del sud (repubbliche non riconosciute che ufficialmente fanno parte della Georgia) e del Nagorno Karabakh (territorio drammaticamente conteso tra Armenia e Azerbaijan).
La Georgia è un paese molto piccolo come estensione. Ovviamente famoso per le sue montagne (regioni rinomate per l’escursionismo sono Svaneti e Tusheti, ma non sono le uniche); per la bellezza delle sue antiche chiese; per il vino in anfora; per le città scavate nella roccia; per la sua bella capitale Tbilisi. Ma la Georgia ha davvero molto di più da offrire ai viaggiatori. Aspetti decisamente meno conosciuti (almeno a noi europei): le coste affacciate sul Mar Nero, gli ecosistemi umidi; l’eccellenza dei tè della Guria, le piccolissime e preziose minoranze etniche (penso ai Kist nella valle di Pankisi o ai Dukhobor in Javakheti ad esempio); l’arte sovietica. Insomma ce n’è da esplorare per una vita e per tutti i gusti. Inoltre se amate la cucina ci troverete un vero e proprio paradiso dei balocchi.
Ma andiamo con ordine e facciamo una lista.
Le imponenti montagne del Caucaso
Il Caucaso è una catena montuosa dai picchi altissimi suddiviso in Grande Caucaso e Piccolo Caucaso. Un immenso susseguirsi di valli e cime, gole e creste, ghiacciai, stretto tra due mari: il Nero e il Caspio. Molte montagne superano in altezza il Monte Bianco e la montagna più alta, il monte Elbrus in Russia, supera i 5000 mt. Le montagne del Piccolo Caucaso sono un po’ più basse. Il complesso montuoso attraversa ben sei paesi: Georgia, Armenia, Iran, Turchia, Azerbaigian e Russia. Potete immaginare la varietà etnica, linguistica e culturale delle popolazioni che ci vivono e perché purtroppo ci siano problemi che non riescono ad essere sanati nemmeno oggi. La leggendaria Strada militare georgiana da sola vale un viaggio in Caucaso. Un lungo percorso di 200 km che congiunge Tbilisi a Vladikavkaz in Russia. Lungo questa strada si possono incontrare antiche chiese, fortezze e memoriali sovietici circondati da panorami incredibili e montagne leggendarie. Le regioni più famose per i trekking sono Svaneti, la regione storica del Khevi dove si trova il monte Kazbek – una delle cime più iconiche della Georgia immortalata dai più grandi scrittori russi da Pushkin a Tolstoj a Maiakovskij – e le zone molto meno turistiche del Tusheti e il Khevsureti. Ci sono poi nella Georgia centrale Borjomi, una località particolarmente rinomata per le sue ricche foreste e le fonti termali, e Bakuriani, importante stazione sciistica raggiunta dal suggestivo trenino a scartamento ridotto kukushka (cuculo in russo).
Dalle montagne al mare
Le coste georgiane sono più ricche di quello che possiamo pensare, noi italiani abituati ai nostri chilometri di coste meravigliose. Batumi è la città costiera più famosa della Georgia, assediata da turisti russi e turchi in estate ha però un fascino particolare tutto suo e spiagge di sabbia dorata ben attrezzate. Kobuleti, Anaklia e Sarpi sono più tranquille, mentre ad Ureki si possono trovare spiagge di sabbia nera. Poti è un importante porto e da qui si può raggiungere il lago Paliastomi e la riserva naturale di Kholketi. Chakvi è famosa per la sua vegetazione tropicale lussureggiante. E se volete immergervi nella storia antica visitate la fortezza di Gonio.
Tra meraviglie medievali e paleocristiane e il cemento sovietico
Il cristianesimo è giunto in Georgia molto presto. Insieme all’Armenia questo piccolo paese è rimasto un’isola cristiana in un’area dominata dall’Islam. Chiese e monasteri favolosi si ergono abbarbicati in posizioni elevate circondati da scenografiche montagne. Qui si possono trovare meraviglie paleocristiane conservate quasi intatte (se considerate che in Italia invece molte le troverete rimaneggiate dal Barocco mannaggiaaloro!!). L’impareggiabile cattedrale di Svetitskhoveli, il Monastero di Jvari, la chiesa di Gergeti che si può considerare la cartolina simbolo della Georgia sono solo alcuni esempi. Il patrimonio architettonico del periodo sovietico è estremamente ricco e in ogni regione non si contano le vestigia di un patrimonio che dovrebbe essere maggiormente tutelato.
Il cibo
La cucina georgiana è ricca e variegata come i climi delle diverse regioni del paese, come i popoli che sono passati da questa terra. Sul Mar Nero si possono trovare frutti tropicali, la regione di Kakheti è una regione vinicola, nelle montagne ci sono pascoli fecondi, viene coltivata una grande varietà di frutta e verdura. Qui sono arrivate influenze classiche, turche asiatiche, indiane e russe. E’ una cucina talmente varia che accontenta tutti i gusti, dagli amanti delle carni ai vegetariani e soprattutto è di ottima qualità. Da non perdere sono i pkhali, delle polpette di verdure arricchite con noci, cipolle, aglio, chicchi di melograno e succo di limone. Non mancano le zuppe: chikhirtma e kharsho. Spezie (tantissimo coriandolo ovunque e pepe) e una varietà straordinaria di erbe aromatiche fresche insaporiscono ogni piatto. Spesso vengono anche usate salsine deliziose a base di prugne (il ketchup locale tkemali) o piccanti o aromatiche. Se invece vi piacciono le carni succulente c’è di tutto dagli immancabili shashlik, spiedini di carne marinata e grigliata, ai brasati, alle polpette piccanti (abkhazura un piatto tipico dell’Abkhazia). I cavalli di battaglia della cucina georgiana sono khachapuri (una focaccia farcita di cui esistono innumerevoli versioni a seconda della regione e tutte incredibili) e khinkhali (dei grossi ravioli che possono essere di carne, funghi o formaggio). I pascoli di montagna e i boschi arricchiscono la cucina di formaggi e funghi che si ritrovano in molti piatti. Insomma, la Georgia è un po’ un paradiso dei golosi, qui nessuno fa la fame! Qualsiasi siano le sue inclinazioni culinarie.
Atmosfere musicali
La musica in Georgia ha radici ancestrali. Il canto polifonico nel Caucaso è presente almeno dal IV secolo a.C., ma potrebbero essere addirittura più antiche visto che questa area è abitata fin dall’età della Pietra. E’ un canto in coro di due o più voci e la melodia è ricca e complessa. Ogni regione ha la sua tradizione e tutte vengono custodite con grande cura e amore. E soprattutto anche i giovanissimi contribuiscono a conservare con orgoglio la tradizione canora del proprio paese. Provate a guardare su You Tube qualche video del Trio Mandili e non ne potrete più fare a meno. Mstislav Rostropovich disse: “Ogni cosa canta in Georgia, la gente, le montagne, i fiumi, il cielo e la terra. Non esiste una polifonia simile a questa altrove. Ascoltarla anche solo una volta ti fa gustare il sapore dell’eternità”. You Tube è una vera miniera di musica georgiana. Provare per credere!
Una curiosità di epoca sovietica: C’è un film, Mimino, del regista Georgij Danelija che racconta le avventure a Mosca di un pilota di elicotteri georgiano le cui musiche hanno conquistato tutta l’Unione Sovietica, in particolare il tema “chito-gvrito“.
La storia intricata
Crocevia tra Occidente e Oriente e stretta tra imperi più grandi di lei, la Georgia ha sempre lottato per la sua indipendenza e sofferto per conservare caparbiamente le sue tradizioni. La storia è millenaria. Tra le primissime testimonianze umane ci sono gli ominidi di Damanisi. Si sentono le influenze greche e il mito di Giasone che insieme agli argonauti giunse qui alla ricerca del “vello d’oro”, ci sono primi regni cristiani seguiti all’opera missionaria di Santa Nino, ma non mancò nemmeno la dominazione araba. Due grandi sovrani furono Davit Aghmashenebeli che liberò la Georgia dai Turchi Selgiucidi e riunì i vari principati sotto un’unica corona e la regina Tamara il cui regno segnò l’età d’oro georgiana. Dopo secoli di dominazione straniera da Tamerlano agli imperi Ottomano e Persiano, solo al tempo degli ultimi esponenti della famiglia dei Bagrationi, la Georgia riscoprì per breve tempo l’indipendenza. Durò poco, perché poi arrivarono l’annessione all’Impero russo prima e il periodo sovietico poi. Oggi la Georgia è un paese che guarda alla ricostruzione della sua politica ed economia, segnato dalle guerre con le regioni separatiste dell’Abkhazia e dell’Ossezia del sud sostenute dalla Russia, ma che anela all’Unione Europea.
Vino georgiano
Circa 8.000 anni fa. Queste sono le prime testimonianze archeologiche della vinificazione in Georgia. In un territorio così piccolo ci sono decine e decine di varietà autoctone: saperavi, vanis chkhaveri, tsiska, krakhuna, sono davvero tantissime! Per darvi un’idea dell’importanza della vite in Georgia si dice che la croce indossata da Santa Nino fosse fatta proprio di legno di vite. Durante il periodo sovietico i vini georgiani erano i preferiti dai cittadini di tutta l’Unione. Oggi ci sono migliaia di piccoli produttori e anche monaci vecchi e barbuti dei monasteri, come quello di Alaverdi, che producono vino in tradizionali grandi anfore interrate di terracotta, le kvevris. Dal 2008 il vino in anfora georgiano è un presidio Slow Food. Il vino, insieme al chacha sono i protagonisti della supra, il sontuoso banchetto dalle innumerevoli portate fredde e calde e innaffiato dai brindisi del Tamada, il leader della tavola che deve condurre tutti gli arzigogolati brindisi all’amicizia, a Dio, alla patria, ai Santi, all’amore ecc… In Georgia non puoi proprio evitare di bere!
La genuina accoglienza
L’ospitalità georgiana vi travolgerà con una genuinità disarmante. L’ospite è veramente sacro e considerato un dono di Dio. Troverete sempre qualcuno disposto ad aiutarvi se siete in difficoltà. Troverete sempre chi vi accoglierà a braccia aperte con tutto, ma proprio tutto quello che ha, nella propria casa povero o ricco che sia.
Ultimo, ma non ultimo la straordinaria varietà dei paesaggi.
Il territorio della Georgia è molto piccolo ma estremamente vario nei paesaggi. Dalle alte e impervie montagne del Caucaso di cui abbiamo parlato sopra si può passare tranquillamente alle atmosfere sub tropicali della Guria dove crescono rigogliosi i mandarini e ci sono le piantagioni di tè e tabacco. Dalle coste del Mar Nero con le sue spiagge di sabbia dorata o di sabbia nera di magnetite, spesso incontaminate e poco affollate, la vegetazione tropicale e le vivaci cittadine costiere ci si può ritrovare nei vigneti del Kakheti o nelle foreste del Tianeti.
Qual è il periodo migliore per andare in Georgia?
Essendo così varia di climi e paesaggi non esiste una vera e propria stagionalità. E’ possibile viaggiare in Georgia tutto l’anno. Dipende da quali sono i vostri interessi e dal tipo di viaggio che si vuole fare.
Si possono individuare a grandi linee tre macroaree:
clima subtropicale a mediterraneo nelle regioni occidentali
clima continentale nella zona centrale
e clima tipicamente alpino nelle regioni montuose
Se siete amanti dei trekking il periodo migliore è di sicuro la primavera/estate tra aprile e ottobre.
Se siete appassionati di sport invernali invece, l’inverno è un’ottima stagione per testare gli impianti sciistici del Paese come quello di Bakuriani ad esempio o la regione Mtskheta-Mtianeti nel cuore del Grande Caucaso dove si trova anche il monte Kazbek.
Se invece vi piacciono i viaggi prevalentemente culturali va bene qualsiasi stagione dell’anno basta studiare l’itinerario più congeniale alla stagione.
Quanti giorni servono per visitare la Georgia?
Esplorare a fondo un paese come la Georgia richiede di tornare più volte. Riuscire a coglierne le molte sfaccettature in un solo viaggio è impossibile a meno che non parliamo di tre settimane. In una settimana si può vedere Tbilisi, che richiede almeno due giorni pieni, e si possono fare diverse tappe classiche e famose in gran parte con escursioni in giornata dalla capitale o al massimo una o due altre città di sosta. Ad esempio sono raggiungibili Stepantsminda, Gori, le due città nella roccia di Uplistsikhe e Vardzia, Akhaltsikhe e Borjomi.
Servono più giorni (10, 12 o più) per aggiungere una o più altre regioni:
La regione vinicola di Kakheti, il Tusheti e la valle di Pankisi. Viaggiando in questa regione si possono fare degustazioni di vini nelle centinaia di cantine, visitare le piccole e pittoresche città come Telavi e Sighnaghi. Esplorare la remota regione di Tusheti e le montagne di Lagodekhi.
L’Imereti con Kutaisi, il Monastero di Gelati, le Grotte di Prometeo e le molte meraviglie naturalistiche tra cui il Parco del Canyon di Okatse e il Canyon di Martvili. La regione è ricchissima di relitti sovietici, ad esempio la famosa funivia di Chiatura, Zestaponi, i sanatori abbandonati di Tskhaltubo e dintorni.
La regione Samegrelo-Svaneti la bellissima regione montuosa famosa per i trekking e le case-torre, ma anche per le aree umide di Kolkheti. Ormai famosa è l’escursione da Mestia a Ushguli attraverso remoti villaggi di montagna. I centri più importanti sono Mestia, Ushguli, Zugdidi, Poti.
Le regioni: Guria e Adjara Guria e Agiaria due regioni famose già ai tempi dell’Unione sovietica per le loro eccellenze agricole e che la ricchissima arte di quell’epoca ancora oggi testimonia in mosaici e bassorilievi. Mandarini e limoni profumati, piantagioni di te e tabacco, eucalipti e bambù fanno da cornice alle città principali della regione, la sfrontata e chiassosa Batumi e Ozurgeti.