Racconti di un viaggio in Russia. Seconda parte.

Mosca 17/08/2019

La mattina seguente è già ora di lasciare Piter e con il treno alta velocità Sapsan andiamo a Mosca. Come su tutti i treni in Russia, ogni vagone ha la sua provodnìtsa, hostess che controllano i passaporti dei viaggiatori che salgono a bordo e sono responsabili del vagone in cui si trovano (più spesso sono le donne a fare questo lavoro, ma possono esserci anche uomini). Il viaggio con questo treno dura circa 4 ore attraverso l’immensa campagna russa da nord a sud (se pensate che con un treno normale ce ne vogliono 8 a collegare San Pietroburgo e Mosca è un bel risparmio di tempo!). Da qualche parte ho letto che per un russo non c’è nulla di più meditativo che guardare fuori dal finestrino di un treno riflettendo sulla vita o sognando. Se questo è vero sono estremamente russa inside!! Mi godo ogni centimetro dei paesaggi che scorrono davanti ai miei occhi.

Mosca ci ha accolto con un cielo grigio e cupo. Dopo aver lasciato i bagagli nel nostro albergo per questa notte, andiamo alla scoperta del centro. E’ vero che è un luogo invaso dall’esercito di terracotta dei turisti cinesi (e non solo!), però un viaggio nella capitale non può che iniziare dalla Piazza Rossa. In realtà in pochi km quadrati si concentrano diversi luoghi iconici e tanti stili: l’hotel Metropol, il teatro Bolshoj, la Duma, la piazza del Maneggio, la Piazza Rossa e il parco Zaryad’e. La giornata fredda e uggiosa non aiuta, ma nemmeno il cielo grigio intacca la bellezza delle cupole di San Basilio e il fascino ingegneristico del ponte sospeso sulla Moskova del parco Zaryad’e. Ci perdiamo ancora un pò tra via Maroseyka e il suo proseguimento via Pokrovka, con i loro caseggiati bassi e i loro localini accoglienti.

Mosca 18/08/2019

San Basilio è strana, è diversa da quello che ci si aspetterebbe. Più che una grande cattedrale è un agglomerato di cappelle e stanze che si articolano su più piani, attraverso corridoi e scale. Nelle cappelle di varie dimensioni, si trovano le iconostasi, immancabili nelle chiese ortodosse e che custodiscono alcune icone molto belle. Un pò ovunque si sentono canti: in una cappella si sta svolgendo una funzione e i fedeli cantano, in un’altra un coro maschile si esibisce. La musica corale è una componente fondamentale nella liturgia bizantino slava fin dai suoi albori, quando nel 988 i missionari bizantini portarono in Russia insieme al battesimo anche il canto liturgico. Il canto è espressione della preghiera e vi partecipano non solo professionisti ma anche l’intera assemblea dei fedeli.

“Il canto deve indurre la tranquillità dell’animo. Ė arbitro della pace, calmante dei pensieri tumultuosi e turbolenti; riposo dell’anima agitata, rinsavimento della dissolutezza; sostegno dell’amicizia, tratto d’unione per coloro che sono divisi, mezzo di riconciliazione tra nemici”.

San Basilio

Per il pranzo torniamo al parco Zaryad’e dove si trova il Centro Gastronomico Zaryad’e. Colorato, appetitoso, raffinato. Propone diversi ristoranti tematici: ostriche e champagne; pasta fresca; pesce; carni. Ci troviamo un bel tavolo proprio sotto la grande vetrata centrale.

Dopo pranzo partenza per Vladimir in treno dove ci aspettano la nostra guida Nina, insieme al simpaticissimo autista Ivan, per portarci a Suzdal. L’Art Hotel Nikolaevsky Posad è un bel hotel fornito di sauna e piscina di cui noi approfittiamo immediatamente. La sauna, in russo banja, è considerata un vero e proprio simbolo del paese, un pò come la vodka, le matrioske o la balalajka. Per i russi è un rituale, una sorta di purificazione non soltanto fisica. Andare in Russia senza provare questa esperienza significa perdersi qualcosa di importante e una tradizione che ancora oggi tra i russi non accenna a scomparire. Dopo una nuotata e la sauna, ceniamo nel piccolo ristorante tipico all’interno del complesso alberghiero. Una delle cose che adoro della Russia è il forte contrasto tra le sue città vivaci e moderne e il sapore rustico e un poco  arretrato delle sue campagne.

Suzdal 19/08/2019

Primo giorno nell’Anello d’oro. Se a Mosca è tutto sovradimensionato e veloce qui tutto ha dimensioni a misura d’uomo e la tranquillità e la lentezza tipiche della campagna. Respiri l’aria pulita e i profumi della natura, ti godi lo scorrere silenzioso della vita, il sentimento religioso negli abitanti è ancora molto forte e tu, anche se non sei religioso, nutri una sorta di rispetto e subisci il fascino di questa spiritualità. Suzdal è un piccolo centro di circa 10.000 abitanti ma è un vero e proprio santuario religioso. Sul suo territorio ci sono ben 5 monasteri e 30 chiese. Da sempre non ci sono fabbriche, nemmeno in epoca sovietica perchè non era considerato strategico per l’industria, così lontano da Mosca. E questa è stata la sua fortuna: non sono mai stati costruiti palazzi e ancora oggi le case sono prevalentemente basse e di legno, cosa che gli ha permesso di conservare il suo aspetto di antica città russa e tutte le sue chiese intatte. Gli abitanti vivono prevalentemente di agricoltura e di turismo.

“Suzdal? Una città che mi ha aperto il cuore, piccola e semplice con le sue villette nel viale centrale.. sembra rimasta congelata a tempi antichi! Un senso di pace e tranquillità mi è stato regalato dal tramonto di fuoco visto vicino al convento di San Eutimio.”   Chiara M.

Suzdal è una delle città più antiche della Russia e nel medioevo questo Principato rivestì un ruolo di primaria importanza. Come tutte le antiche città russe possedeva un cremlino, una cittadella fortificata. Le palizzate di legno ovviamente sono andate perdute, ma in alcuni punti restano ancora visibili le tracce del terrapieno su cui sorgevano le fortificazioni nel 1100. A proposito delle sue chiese! Ci sono sempre due chiese che sorgono sullo stesso luogo: quella estiva, più grande e non riscaldata e quella invernale più piccola e riscaldata. Le famose cupole “a cipolla” hanno colori diversi ed ognuno ha il suo significato. Nina ci spiega che sarebbe più corretto definire le cupole “a fiamma” (associare le cipolle alla divinità non sta bene!) e il significato dei colori. L’azzurro è il colore che indica la Madonna; il verde è associato alla natura, l’oro a Dio. E poi ci sono le cupole nere.. sintomo della mancanza di fondi per colorarle!

Ma la romantica Chiesa dell’Intercessione sul Nerl’ non lontano dal piccolo villaggio di  Bogoliubovo, è il momento che aspettavo con trepidazione in questa giornata. Una piccola chiesetta stretta tra il fiume Nerl’ e il vecchio letto della Kljazma. Per raggiungerla è necessario camminare una buona ventina di minuti! Oltre ad essere un capolavoro della Russia medievale il luogo pittoresco e solitario in cui si trova porta pace e invita alla meditazione. Una chiesa di così pregevole fattura immersa nella campagna, lontano da qualsiasi centro abitato. Perchè? I fiumi erano importanti vie di comunicazione nel 1100, anche in inverno quando gelavano e potevano essere percorsi a piedi. Per questo motivo il luogo era piuttosto frequentato ed aveva senso la costruzione di una chiesa. Un luogo che non può non entrare nel cuore:

“ La chiesetta di Bogoliubovo mi è subito entrata nel cuore”  Luca G.

Torniamo a Vladimir. Pur essendo una piccola città custodisce molti tesori. La Porta d’oro, parte dei monumenti in pietra bianca di Vladimir e Suzdal. La cattedrale di San Demetrio che stupisce per i suoi 1500 bassorilievi e per le sue cupole che conservano l’antica forma bizantina ad “elmo”. Passeggiamo un pò per il centro della città. Il tempo di un buon caffè presso la caffetteria/laboratorio di ceramiche “Маjak” ed è ora di tonare in albergo.

Sebbene Suzdal sia un piccolo centro ci sono diversi posti interessanti dove mangiare. Noi abbiamo seguito il suggerimento di Nina e non ci ha deluso. Il ristorante “Ogurez” (cetriolo) è un ottimo posto dove passare una bella serata.

Anche per oggi i piedi e le gambe li buttiamo.

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