Racconti di un viaggio in Russia. Terza parte.

Sergiev Posad 20/08/2019

Secondo giorno nell’Anello d’oro. Partiamo in direzione di Sergiev Posad e lungo la strada sono riuscita ad ottenere una sosta alla piccola chiesa romanica dedicata a San Giorgio a Yurev Polskij, un minuscolo paesino. Ci tenevo a vederla fin da quando, nelle mie mille ricerche, mi sono imbattuta in un articolo che parlava di questo sconosciuto capolavoro. Voluta dal principe Iuri Dolgorukij nel 1152, è anch’essa fatta della stessa pietra calcarea dei monumenti di Vladimir e Suzdal. La sua facciata è coperta da affascinanti bassorilievi, sculture e capitelli: un vero catalogo di creature bislacche e mostri dell’immaginario medievale.

Fino a Sergiev ci sono 180 kilometri di strade un po’ scoscese, non proprio un’autostrada direi! Il paesaggio è tutto un sali e scendi, un po’ come le montagne russe o come direbbero i russi montagne americane (amerikanskye gorki). La “shakerata” (come è stata definita dal nostro simpaticissimo Alessandro) però ne vale la pena perché ancora una volta nel nostro viaggio abbiamo potuto entrare in contatto con il lato più rurale e meno moderno e globalizzato della Russia. Sergiev Posad ospita dal XIV secolo quello che può essere definito il “Vaticano” russo. Il monastero più importante della Chiesa ortodossa e patrimonio UNESCO, la Lavra della Trinità di San Sergio di Radonez. Al suo interno ci sono diverse chiese, il refettorio in stile barocco moscovita e vari monumenti. La chiesa della Santa Trinità è la più antica del complesso. Per tutto il giorno dalle 5 alle 21 si svolgono canti e preghiere continue, per questo motivo non è possibile scattare fotografie o filmare, ma vi assicuro che l’atmosfera è veramente mistica. Al suo interno sono custodite le spoglie di San Sergio e i fedeli attendono ordinatamente in fila il loro turno per baciare le reliquie del Santo. Le icone dell’iconostasi sono state dipinte dal grande maestro Andrej Rublev e dalla sua scuola. Non c’è illuminazione artificiale ma solo candele. L’aura di sacralità è percepibile ed è bellissimo ascoltare i canti dei fedeli e il rumore dei passi nel silenzio.

Dopo una pausa veloce per il pranzo Nina e Ivan ci accompagnano alla stazione dei treni da dove partiremo per tornare a Mosca.

Mosca 21/08/2019

Mosca per me è una delle più belle città del mondo e le cose da non perdere sono veramente tante. Ma le sue dimensioni ti obbligano a camminare fino allo sfinimento, anche spostandosi con un mezzo super efficiente come la metropolitana. Cominciamo la giornata con la visita ad uno dei parchi più suggestivi ed interessanti della città: il VDNKh, il gigantesco parco dell’ex centro espositivo panrusso e capolavoro dell’architettura sovietica da poco restaurato! Prima del parco abbiamo visitato il Museo dei Cosmonauti. Appena usciti dalla metro, la vista viene catturata dal monumento ai cosmonauti, che toglie il fiato per la sua grandezza. Di fianco si intravede la Torre della televisione Ostankino. Il museo è molto bello e merita una visita anche se non si è appassionati di cosmonautica. Trascorriamo tutta la mattina tra navicelle, cimeli, attrezzature storiche e documentazioni delle missioni spaziali.

Poco distante dal museo si trova l’ingresso monumentale del parco VDNKh sormontato dalla straordinaria statua dell’Operaio e della Kolhoznitsa. Come tutto qui a Mosca, è perfettamente curato, le aiuole non hanno un fiore o un filo d’erba fuori posto. Lungo l’asse centrale del parco si snodano i vari padiglioni di quello che era il centro espositivo delle conquiste dell’economia popolare. Sorpassato il primo padiglione continua l’enorme piazza con le sue fontane. La prima che si incontra è la Fontana dell’Amicizia, con enormi figure bronzee e getti d’acqua altissimi. Le statue raffigurano donne in costume tradizionale che rappresentano le repubbliche dell’Unione Sovietica. Proseguendo si arriva alla bellissima Fontana del fiore di pietra. Di cui vi ho già parlato qui.

Dopo aver visitato questo parco è necessario riposarsi perché i kilometri fatti non si contano. Riprendiamo la metropolitana e facciamo ancora una passeggiata agli Stagni del Patriarca, i protagonisti del romanzo di Bulgakov “Il maestro e Margherita”. Uno dei miei libri preferiti e che ha contribuito ad alimentare la mia passione per questa città. Il parco invita proprio a riposarsi un po’ sul prato che costeggia il laghetto. Tutto intorno ci sono molti localini con i dehors estivi. Facciamo un aperitivo al caffè Margarita prima di tornare a casa e poi uscire per la cena. Ci ritroviamo in un bel locale di tendenza lungo la Moskova, proprio di fronte alla Cattedrale del Salvatore. Dalle sue cupole dorate e la sua facciata bianca non si possono staccare gli occhi.

Mosca 22/08/2019

Al mattino abbiamo gironzolato per i parchi ancora un pò. Costeggiando la Moskova siamo andati al Museon e da qui al Gorkij. Nel pomeriggio ci aspettava la banja, la spa tradizionale dei russi, in quella che dai moscoviti è considerata una vera e propria istituzione: i Bagni Sanduny. E’ la struttura più antica ed esclusiva di Mosca. E’ stata inaugurata nel 1808 e si trova proprio nel centro della città non lontano dalla Piazza Rossa. Prima di arrivare alle terme, ne approfittiamo per fare un giro delle più belle stazioni della metropolitana. Fare una scelta di quelle assolutamente da vedere è difficile, sono una più bella dell’altra: Kievskaja, Novoslobodskaja, Arbatskaja, Komsomol’skaja, Majakovskaja, Park Kul’tury, Park Pobedy, Ploščad’ Revoljucii per citarne solo alcune. Vivere la metropolitana di Mosca è un’esperienza indimenticabile! Ti cattura per la bellezza delle sue architetture. Ti contagia per la frenesia dei moscoviti. Impressiona per l’efficienza dei suoi mezzi. Trascorriamo due ore ai Bagni Sanduny. Rigenerati, usciamo per andare a cena. E’ una di quelle belle ere d’estate in cui Mosca si tinge di un cielo meraviglioso. Per la cena ci fermiamo in uno dei tanti locali della via Arbat. Pur essendo una via molto turistica, conserva ancora il suo fascino. Ceniamo al Balalayechnaya, bel locale moderno e giovane con ottima birra e una buona proposta di cucina.

Mosca 23/08/2019

Ultimo giorno. La mattina inizia con un bel contrasto antico/moderno. Questa era una di quelle tappe a cui non avrei mai rinunciato. C’è un angolino di Mosca, lontano dalle folle di turisti, riservato, intimo ed esclusiva dei viaggiatori solitari. E’ il Krutitskoe Podvorye, un quartiere medievale, con stradine acciottolate, antiche chiese in mattoni rossi e casette di legno. Questa zona della capitale si trova non lontano dalla fermata metro Taganskaya. Ci siamo solo io, Luca, un paio di fedeli che si recano in chiesa e un altro tizio con la macchina fotografica.

Poi nella direzione diametralmente opposta, la City, emblema della modernità e del business.

“La City di Mosca è un concentrato di vetro e acciaio, un modo per dimostrare al mondo che i tempi del comunismo sono finiti e la Russia è pronta per competere con le potenze occidentali. Non la si può paragonare alla City di Londra o alla Defence di Parigi in termini di estensione, ma sicuramente alcuni dei suoi grattacieli hanno forme decisamente accattivanti e innovative.”

Luca M.

Per concludere la giornata un tuffo nel lusso del caffè Pushkin. Ormai è tempo di tornare a casa. Il nostro volo parte molto presto al mattino. Mentre il taxi ci accompagna all’aeroporto, ripercorro le tappe di questo viaggio. E la Russia, e soprattutto Mosca mi mancano già.

Do svidanya Moskva!

Condividi e dillo agli amici!