Storie di Vodka, 007 e bar sovietici

I russi hanno la fissa dei vezzeggiativi, dei diminutivi e di tutto ciò che si può trasformare in una forma affettuosa. Vodka è una forma vezzeggiativa che significa “piccola acqua” o “acquetta”, da вода (vadà) acqua + il suffisso ka.

La vodka è, nell’immaginario mainstream, la bevanda per eccellenza della Russia. In realtà non è che proprio tutti i russi siano degli ubriaconi o che bevano solo ed esclusivamente vodka. Ad esempio durante i festeggiamenti fa spesso coppia con il russkoe shampanskoe (imitazione russa del nostro prosecco).  Normalmente la bevanda preferita dei russi – come vi ho spiegato qui – non è alcolica ma è il tè, che viene bevuto a qualsiasi ora del giorno e in ogni casa certamente non manca un bollitore.

Ma tornando alla fama dei russi grandi bevitori, la “Cornaca degli anni passati” del monaco Nestore riporta queste parole del Principe Vladimir: “Bere è la gioia della Rus”. Siamo nel 988 d. C. e il principe di Kiev deve assolutamente scegliere una religione monoteista perché pagani no, proprio non si può restare! Così riceve le delegazioni di Islam, latini, ebrei e bizantini. Tutti vengono scartati tranne la fede di Bisanzio per motivazioni su cui qui non mi dilungherò. Rifiuta l’Islam a causa del divieto di bere alcol.

Wodka o Vodka?

Russia e Polonia si contendono i natali. Quello che è certo è che i distillati da cereali sono tipici di tutta la fascia europea in cui non è possibile coltivare la vite. Le origini sono contadine e avvolte nel mistero. La tradizione popolare ci ha tramandato la preparazione di un fermentato di patate e successivamente di cereali, che poi veniva distillato con alambicchi rudimentali. Ancora oggi esistono questi preparati casalinghi ‘samogon’ e ‘polugar’. La documentazione ne prova la nascita in Polonia, ma i primi a farne un monopolio furono la nobiltà russa e gli Zar. In Russia i mercanti genovesi importarono verso la fine del XIV secolo l’acquavite e la nobiltà iniziò a distillare quello che aveva: cereali e patate. Da allora il distillato diventerà una voce sempre più importante per l’economia dello Stato (e allo stesso tempo una piaga!) a cominciare da Ivan il Terribile che pensò bene di aprire le prime rivendite autorizzate.

In Europa e nel resto del mondo.

In Europa la vodka ci arriva dopo la Rivoluzione (se si esclude quella che si sono bevuta Napoleone e le sue truppe nel tentativo di non morire di freddo durante la Campagna di Russia nel 1812!). Ancora una volta, come in epoca medievale, protagonista è la nobiltà russa in fuga dalla Russia. Il più famoso distillatore è Piotr Smirnov che porterà la vodka prima a Parigi (senza grande successo) e poi in America lanciando il famoso “Moscow Mule”. Ma fino agli anni Cinquanta la vodka sarà sempre considerata simbolo della classe operaia russa e della “cortina di ferro”. Poi… Datemi James Bond e farò della vodka la regina dei cocktail! Dall’uscita di “Casino Royale” e “Dr No” i più famosi barman di America ed Europa creeranno decine di cocktail con il distillato, rendendolo famoso e non più popolare e contadino.

Ma nel frattempo in Russia… Le ryumochnaya!

Più che un bar la si può definire una ‘shotteria’, Ryumka infatti è il tipico calicino da shot in cui si serve la vodka. In Unione Sovietica, le ryumochnaya erano indicate come “snack bar specializzati”. Erano in pratica bottiglierie che vendevano oltre all’alcol – principalmente vodka- anche semplici pasti, panini con salsiccia, uova sode, formaggio, aringhe salate, spratti (se ve lo state domandando è un pesce simile alla sardina che facilmente troverete conservato in scatola), che la gente consumava in piedi appoggiati a tavoli alti senza sedie. Un bar, dal sapore sovietico, che era luogo di convivialità, passione, incontro, lunghe discussioni ma anche di perdizione e autodistruzione. Nella Russia moderna quelle più antiche stanno scomparendo e ne stanno nascendo delle rivisitazioni più cool come questa a Mosca https://www.rumkabyleps.ru/en/ oppure quella che si trova nel Museo della Vodka  a San Pietroburgo.

Come si beve e qualche suggerimento

La vodka non si assapora come se fosse un vino d’annata o una grappa, si beve alla goccia. Meglio accompagnarla con qualche stuzzichino calorico magari salato- gli immancabili cetriolini sottaceto, acciughe o lardo su fette di pane integrale, formaggio, aringhe – o con la classica salamoia. E il bicchierino è generalmente preceduto da un ‘tost’, un articolato brindisi in cui si augura ogni sorta di bene ai commensali (salute, amore, amicizia, fortuna ecc). Se proprio non sapete cosa dire un za zdarovje è accettato!

Questa è una lista di miei suggerimenti.

Tsarskaya Gold

Ce l’ha consigliata l’addetta del Duty free e siamo stati contenti di ave accettato il consiglio. E’ finita in una cena con amici! La ricetta risale all’epoca di Pietro il Grande. Distillata da grano e affinata con miele, un’infusione di fiori di tiglio e l’acqua del Ladoga.

Beluga

Forse una delle più conosciute e riconosciute. Prodotta con ingredienti biologici, lieviti naturali e l’acqua più pura dei pozzi artesiani della Siberia. Distillata da orzo e affinata con miele, rhodiola rosea e cardo mariano.

PureDew

Una vodka biologica prodotta artigianalmente e di altissima qualità. Ogni stadio della preparazione è certificato secondo il Bio Standard. I terreni da cui nasce il grano utilizzato riposano per anni e non vengono trattati con fertilizzanti artificiali, cosa che non permette di avere grano in grande quantità.

Nemiroff Betulla

Vodka ucraina aromatizzata alle gemme di betulla.

Condividi e dillo agli amici!