Un piccolo museo di San Pietroburgo

Siccome siamo a Pasqua voglio raccontarvi due cose su un bellissimo museo di San Pietroburgo: il museo Fabergé. Ma giusto due per incuriosirvi, perchè a me è piaciuto molto e perchè dietro questo piccolo museo c’è una storia di amore per il proprio passato e per l’arte. La storia di un mecenate russo che ha dato vita ad un’associazione che ha come scopo quello di riunire e diffondere arte e cultura nel proprio Paese. Se vi state chiedendo cosa c’entri questo museo con la Pasqua, non sono matta! Questo museo si può considerare il regno delle famose uova del gioielliere Carl Fabergé, meraviglie create proprio per celebrare la Pasqua e ancora oggi ricercate dai collezionisti.

Se il Natale dall’epoca sovietica ha assunto una connotazione prevalentemente laica, la Pasqua è la principale festa del calendario ortodosso. Da sempre simbolo di questa festa sono le uova decorate, pisanki. E in questa terra la moda dell’uovo di Pasqua raggiunse il suo splendore nei capolavori di Carl Fabergé. La tradizione fu inaugurata da Alessandro III che nel 1885 regalò a sua moglie il primo bellissimo esemplare e si ripetè ogni anno fino al 1916.

Negli anni successivi alla Rivoluzione le uova scomparvero e iniziarono il loro peregrinare per il mondo. Ne esistono 52 di cui 8 scomparse senza lasciare traccia. La fondazione The Link of Times, del mecenate russo Viktor Vekselberg, ha riunito nel “paniere” del museo Fabergé nove di questi capolavori, tra cui il primo e l’ultimo esemplare, e altri 200 oggetti della Fabbrica pagandoli la bellezza di 100 milioni di dollari.

 

Un aspetto di questi capolavori che mi ha affascinato moltissimo sono i colori cangianti. La tecnica dello smalto guilloché dona straordinari effetti di luce. Le basi d’oro e d’argento venivano scolpite con vari disegni: raggi, scale onde e motivi moirè. Questa decorazione di fondo veniva rivestita da una palette di smalti trasparenti altrettanto varia e alcuni colori erano veramente fantastici.

Ad esempio il bianco, conosciuto come “ostrica” perché richiamava la lucentezza perlata del mollusco. O il rosa salmone, semuzhny, che posato sopra il motivo moiré sembrava seta cangiante. L’azzurro intenso chiamato “blu reale”, l’”oro rubino” un rosso brillante. E poi c’è una storia davvero curiosa. La bottega aveva creato per il barone di Rothschild un “marchio” speciale sui piccoli oggetti di sua ordinazione e che era solito regalare ad amici e conoscenti durante le corse di cavalli. Le strisce blu e gialle che rappresentavano i colori dei suoi cavalli.

Il museo privato si trova in un bel palazzo storico sulla Fontanka. Merita una visita non solo per le sue collezioni ma anche per il palazzo in sé. Anche se piccolo, le collezioni sono davvero ricche. Qui potete fare un tour virtuale del museo. Se invece volete qualche consiglio su cosa vedere a San Pietroburgo cliccate qui.

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