
21 Giu LA BETULLA
La betulla è una “fanciulla russa” uno degli alberi più diffusi in Russia. Una delle prime immagini di cui mi sono innamorata quando sono stata folgorata dalla passione per questo Paese furono i boschetti di beryozi, un fitto intrico di bianchi esili fusti, una pioggia di foglioline delicate. In passato si credeva che passeggiare in un bosco di betulle e toccarle potesse ristabilire l’equilibrio emotivo, togliere lo stress e portare felicità. Era considerata un albero sacro presso tutti i popoli slavi. Al centro di cerimonie religiose e di antiche tradizioni, la sua corteccia era utilizzata per gli scopi più vari, i suoi rami per la banja. Amata e cantata da tanti grandi poeti a partire dal XIX secolo. Voglio raccontarvelo con le loro voci.
Pushkin: “Abbiamo oltrepassato le montagne e, il primo elemento che mi ha lasciato a bocca aperta è stata una betulla, una betulla argentata! Provai una stretta al cuore: già iniziavo a sentire la mancanza di quel tenero mezzogiorno… “
Pëtr Vjazemskij: “Punto di riferimento in territorio straniero, per tutti noi, un caro amico; è una radura nel bosco, un’oasi nel deserto nostra guida inuma paese straniero. Chi tra noi riuscirebbe a restare indifferente davanti al marchio russo? Noi ora siamo qui e tu, o betulla, sei come una lettera dall’amata madre.”
Anna Achmatova: “Da lì le betulle nostre connazionali ci porgono i rami e aspettano e chiamano.”
E Esenin, che amava e celebrava la maestosa natura russa le dedicò una poesia che ogni russo che si rispetti conosce a memoria: Bianca Betulla.
Ogni volta che vedo una betulla argentata in giro per il mondo la prima cosa che penso è: “cosa ci fai tu qui! così lontana da casa”.