
10 Dic I Taxi di Buenos Aires
Il loro numero non mi è mai stato chiaro: c’è chi dice 50mila, chi 60mila, chi anche di più: questo è l’ordine di grandezza, sono moltissimi.
A Torino, che ha circa il 10% della popolazione di Buenos Aires, ce ne sono 1.500. Quindi la densità di taxi nella capitale “porteña” è almeno il quadruplo.
Neri, tetto giallo. Una luce rossa accesa all’interno del parabrezza indica che il taxi è libero; si ferma con un gesto della mano, come a New York.
Costano poco, meno di un terzo rispetto ai nostri. Mi è capitato di prenderne 10 in un giorno, e spendere ciò che mi sarebbe costata una sola corsa nel centro di Milano.
Ma tutto questo è secondario.
Per me, il fascino dei taxi di Buenos Aires sono i “tacheros“, gli autisti.
Adoro chiacchierare con loro, sfoggiare la mia conoscenza della lingua e del “lunfardo“, il tipico gergo di Buenos Aires. E’ dai tacheros che si capisce veramente come va il turismo, se pioverà, i luoghi à la page della capitale e dintorni. E poi la politica, nazionale e internazionale, la borsa, l’economia.
Ma in un argomento sono insuperabili, e potete immaginare quale: il CALCIO.
Non c’è taxi che non abbia qualche simbolo della squadra preferita (ce ne sono oltre 10 della capitale che giocano in serie A o B); la radio a bordo trasmette quasi sempre qualche partita, con telecronisti entusiasti che fanno sembrare i nostri dei timidi dilettanti.
I commenti sono appassionati, emozionati, accalorati. Spesso esilaranti.
E’ un’esperienza da non perdere, anche per chi parla poco la lingua locale. Non rinunciateci.