
15 Dic Faro di Punta Delgada
Quando nel 1991, al mio 6° o 7° viaggio in Patagonia, conobbi il Faro di Punta Delgada su un promontorio della Penìnsula Valdès, ancora ignoravo che sarebbe diventato un vero amore a prima vista.
Costruito originariamente come distaccamento delle Poste argentine in mezzo al nulla, e successivamente utilizzato come presidio della Marina Militare per la gestione del faro e l’addestramento dei guardiani, al cadere dell’ultima dittatura, nel 1983 fu dato in gestione ad un privato che lo trasformò in un Hotel.
Intuizione geniale quella di Emiliano Prado, che ebbi il piacere di conoscere e (pochi anni dopo) di intervistare con i ‘Turisti per Caso’ Patrizio Roversi e Syusy Blady. La sua affascinante struttura ricettiva situata in una zona strategica, a metà del percorso, permetteva per la prima volta ai turisti di visitare in modo più comodo e logico una delle aree faunistiche più interessanti della Patagonia e dell’intero Sud America, godendo inoltre di incredibili e autentiche notti patagoniche.
Nel corso di questi 25 anni il Faro di Punta Delgada è stato progressivamente migliorato senza modificarne stile e charme del passato. Il sig. Prado non c’è più, ma chi ha raccolto la sua eredità ne ha rispettato il progetto: 27 camere semplici ma accoglienti, un bel ristorante dove troneggia costantemente l’asado al palo, agnello alla brace in continua cottura (crea dipendenza in chi lo gusta…), ambienti comuni dove sono stati conservati fossili, dipinti, molti arredi e oggetti originali della locale cultura gauchesca. E il faro continua a funzionare, infallibilmente. Lo si può anche visitare.
A poche centinaia di metri, l’emozionante Patagonia: 5 minuti di scalini ci portano in una spiaggia dove, invece di ombrelloni e pedalò, troviamo decine e decine di leoni ed elefanti marini, osservabili nel loro ambiente naturale.
Poco più in là ci sono – altrettanto liberi – pinguini di Magellano, guanacos, struzzi, armadilli, lepri e molte specie di uccelli. E pecore a volontà, la risorsa più importante per i primi immigrati gallesi della zona, nel XIX secolo.
Lo stupore e il divertimento dei bambini diventa contagioso: un paradiso naturale in cui immergersi, senza alcun pericolo.
Poi alla sera il giusto premio dell’asado al Faro…