Il mastro al ghiacciaio Upsala

Rientro dal viaggio in Patagonia

Perché le cose belle finiscono presto?

Quando rientro da un viaggio mi trovo a rimuginare su questo pensiero, sicuramente infantile, ma altrettanto comprensibile.

Quest’ ultimo non è stato semplicemente un viaggio, ma il mio 37° viaggio in Patagonia, quella terra che ha formato nel corso degli anni il mio carattere, la mia personalità.
Mi ha reso libero, come la fauna che popola questa regione, ed essenziale, come la popolazione che vi abita.

Sono molto fiero di ciò che è stata la mia evoluzione, umanamente parlando, nel corso degli anni e questo lo devo ai tanti viaggi in giro per il mondo e, soprattutto, ai lunghi periodi trascorsi viaggiando in Sud America, terra di emozioni forti, istruttive ed indimenticabili.

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Tramonto sulla celebre Ruta 40

Lo confesso, la Patagonia non mi ha deluso neanche questa volta.
Ovviamente tanto è mutato in questi ultimi 35 anni in questi territori, un tempo estremamente selvaggi ed appannaggio di pochissimi.

Ricordo il mio primo viaggio in Patagonia e la quasi totale mancanza di servizi ricettivi nella Peninsula Valdès, a Ushuaia, a El Chaltén, a El Calafate; il mio entusiasmo era incontenibile, il contatto pelle a pelle con la flora e la fauna, senza filtro alcuno, mi lasciavano senza fiato.

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In questi anni la Patagonia è diventata mèta di molti viaggiatori amanti della natura e della montagna; ciò ha fatto sì che sorgessero un po’ ovunque strutture atte all’accoglienza.
Durante quest’ultimo soggiorno ho potuto verificare personalmente come il tutto sia avvenuto nel rispetto del paesaggio e della storia stessa di questa magnifica terra. Le nuove costruzioni sono, nella maggior parte dei casi, chalet in legno, molto semplici e gradevoli alla vista, e soprattutto lontane dai luoghi sacri in cui la natura selvaggia si manifesta in tutto il suo splendore.

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Il “viaggiatore patagonico tipo” è colui che ama e rispetta le meraviglie di cui è disseminata la Patagonia, allo stesso modo della gente del posto, che rende giornalmente onore all’immensa bellezza di questa terra attraverso azioni importanti e significative; per fare alcuni esempi, i parchi nazionali sono molto curati, i sentieri ben battuti e sono allestite aree attrezzate per lo smaltimento differenziato dei rifiuti nei luoghi più frequentati.
Cosa dire se non esultare? Le emozioni in Patagonia sono ancora incredibilmente possibili! E lo saranno ancora per molto tempo….

Laggiù sono ritornato nei miei luoghi dell’anima, esperienza che non mi stancherò MAI di ripetere e che ogni volta mi regala nuove elettrizzanti sensazioni ed energia allo stato puro.

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Mi riferisco all’Area Naturale Protetta della Penìnsula Valdès,  alle mitiche cime del Cerro Torre e del Fitz Roy, al Parco Nazionale Los Glaciares (Patrimonio Naturale dell’Umanità dichiarato dall’UNESCO nel 1981), al ghiacciaio Perito Moreno, al Lago Argentino (il suo colore turchese non finirà mai di incantarmi), al lago Viedma, al Parco Nazionale della Terra del Fuoco (il parco nazionale più a sud dell’Argentina), al ghiacciaio Upsala, al Lago Guillermo.
Ed ancora alla generosa fauna serenamente a zonzo per terra o per mare: pinguini, leoni ed elefanti marini, guanacos, volpi, struzzi, armadilli, lepri, martinetas etc etc…..

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Ho avuto inoltre l’ennesima piacevole conferma circa il fatto che l’autunno locale (Marzo-Aprile) è un eccellente periodo per vivere al meglio questo fantastico territorio; siatene certi, potrete godere di giornate calde ma non afose e serate piacevolmente temperate dal cielo stellato, oltre agli spettacolari colori di quella stagione.
In ultimo, (l’ho detto più volte e lo ripeto): ORGANIZZATEVI PER TEMPO!
Parola di Mastro Patagonico.

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