Il mio 39esimo Viaggio in Sudamerica

Anche quest’anno mi sono concesso, per la 39° volta, un viaggio avventura in quella che considero “la mia Terra”, il Sud America. Orgoglio, emozione e tanta curiosità, questi i sentimenti che giravano tra mente e cuore nei mesi precedenti la partenza.

Il periodo di permanenza è stato il medesimo degli ultimi anni, il mese di marzo, interamente e intensamente vissuto tra Colombia e Argentina.

La prima settimana, trascorsa a Cartagena, la Perla della Colombia, è stata particolarmente emozionante, soprattutto sotto il profilo affettivo.

Ebbene sì, la vivace città dalla coinvolgente movida, di cui i “costeños”, gli abitanti, vanno fieri, nota per il clima tropicale, per le spiagge di sabbia bianca, le palme, e le barriere coralline, ha fatto da sfondo al matrimonio di un mio giovane cugino argentino, al quale sono particolarmente affezionato, con una splendida ragazza del luogo.

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È stata un’occasione unica che mi ha permesso di rivedere parenti e amici porteños e fare festa per 6 giorni, tutti insieme. Mattinate trascorse al mare, a fare il bagno e godersi il sole, decisamente caldo, e rivangare ricordi piacevoli. In loro compagnia ho fatto più di un salto nella suggestiva Città Vecchia di Cartagena, dallo stile coloniale e dai colori vivaci. La città giusta per chi è alla ricerca di divertimento allo stato puro.

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Dopo un rapido passaggio per Bogotà, città del grande pittore, scultore e disegnatore Fernando Botero, e la visita al Museo a lui dedicato, parto per Ushuaia, Fin del Mundo, casa mia da quasi 40 anni.

Le emozioni sono sempre intense all’arrivo nella città più australe del mondo. Le condizioni atmosferiche sono dalla mia, in fondo è fine estate e le giornate mi consentono esplorazioni, camminate, incontri con amici, all’aperto. La “comida” argentina è per me sempre un’esperienza entusiasmante, quindi è scontato che io passi dall’amico Ernesto Vivian, patron e super chef del ristorante KAUPE’, per un pranzo eccellente a base di pesce autoctono, “centolla”, “merluza negra”, per citarne alcuni.

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Il giorno successivo “l’almuerzo” mi vedrà seduto al tavolo del ristorante “Costantino Biguà Parrilla & Asador” per rendere onore alla carne di ottima qualità di questa parte del mondo (il cordero – agnello – patagonico…!).

È tempo di partire nuovamente, direzione Calafate, porta d’accesso per il Parco Nazionale Los Glaciares e, per la meraviglia delle meraviglie, il Ghiacciaio Perito Moreno, di cui sinceramente sentivo la mancanza. Non ricordo neanche più quante volte ci sono stato in questi quasi 40 anni di viaggi in Sud America, ma l’emozione è sempre intensa.

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La fortuna mi regala l’ennesima giornata di sole, e, passeggiare lungo le passerelle al cospetto di sua maestà il “Ghiacciaio dei Ghiacciai”, al suono del crepitio dell’enorme massa e delle rotture fragorose di blocchi di ghiaccio, è a dir poco suggestivo.

Il volo Aerolìneas Argentinas attende, in direzione Nord Argentina, voglio ritornare a Iguazú. Come già fatto in altre occasioni, visito “Las Cataratas” sia dal lato brasiliano che dal lato argentino e mi concedo nuovamente l’escursione in gommone con tanto di doccia sotto il getto di una delle tantissime cascate.

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Le settimane scorrono troppo velocemente e io ho ancora tanti luoghi da vedere o rivedere. Ritorno con gioia nella città di Salta, per riassaporare le atmosfere suggestive del nord dell’Argentina, visitare le case vinicole e degustare i loro vini, Torrontes, Tannat etc., sempre più noti nel mondo, esplorare i dintorni.

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La mia scelta cade su una full immersion lungo luoghi “sacri”, Cachi, Molinos, Cafayate, Quebrada de las Conchas, per poi continuare a nord di Salta, Jujuy, Purmamarca, Tilcara, Quebrada de Humahuaca. Sensazioni difficili da descrivere. Vi prometto però che tornerò a scrivere nel dettaglio di queste Terre straordinarie citate.

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Il mio 39° viaggio termina a Buenos Aires, giusto il tempo per un giro nella sempre bella e vivace città che diede i natali a mio padre.

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