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Spedizioni in Antartide, Shackleton e il ritrovamento del relitto Endurance.

La scorsa settimana sfogliando i quotidiani mi sono imbattuto in una notizia decisamente emozionante. La nave Endurance a bordo della quale nel 1914 il celebre esploratore Ernest Shackleton salpò dal porto di Londra alla scoperta dell’Antartide, giace ora sul fondo del mare di Weddell, a più di 3 chilometri di profondità. Affondò nel 1915 dopo essere stata schiacciata dalla banchisa, da blocchi di ghiaccio, ma l’equipaggio a bordo e il loro capitano si salvarono dopo una serie di incredibili peripezie degne di un avvincente romanzo.

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L’equipaggio tenta di liberare la nave Endurance.

Il ritrovamento è stato possibile grazie all’utilizzo di droni sottomarini nel corso di una spedizione nel mar dell’Antartide, 107 anni dopo il tragico naufragio, questo è quanto riferisce il New York Times.

Questa storia mi emoziona da sempre, innanzitutto perché a far da sfondo è il Continente bianco, una delle mie grandi passioni, e poi perché è senza alcun dubbio una delle gesta più strabilianti della storia dell’esplorazione.

All’epoca a fare la differenza furono la forza di volontà, l’abilità, il sacrificio e il temperamento degli uomini di Shackleton e la capacità e il coraggio del Capitano di guidare e motivare il suo gruppo di uomini, anche a rischio della vita.

Una delle fasi del mirabolante salvataggio. La partenza della scialuppa James Caird dall’isola Elephant. 24 aprile 1916.

Documentari, film, libri e articoli: Cinema e televisione più volte si sono occupati di questa coinvolgente avventura, come anche il mondo della musica.

Il cantautore Franco Battiato incise una canzone dedicata all’intrepido Shackleton, che iniziava così:

Durante la grande guerra nel Gennaio del 1915

All’estremità settentrionale un forte vento

Spingeva grandi blocchi di ghiaccio galleggianti

Imprigionando per sempre la nave dell’audace capitano Shackleton”.

Insomma, il ritrovamento del relitto Endurance, mi riporta alla realtà di questi ultimi giorni in cui la pandemia ci sta dando una tregua, è quindi arrivata l’ora di pianificare il mio nuovo viaggio, e perché no…ritornare sulla magica e selvaggia Penisola Antartica.

Wikipedia ha una pagina in italiano molto dettagliata su questa epica impresa.
Le immagini dell’epoca, di pubblico dominio, arrivano da lì.

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