Mi chiamo Stefania Gigliotti, sono nata a Torino, vissuta anche a Milano e Roma, ma sento di poter chiamare casa solo la mia amata INDIA.
Appassionata ricercatrice spirituale, ho sviluppato la mia attrazione per l’India da adolescente, quando compravo le riviste di viaggi dedicati alla destinazione che immaginavo poter visitare solo in viaggio di nozze con il denaro dei regali dei parenti.
Crescendo ho dimenticato l’India, mi sono diplomata all’istituto professionale Albe Steiner di Torino come Grafica pubblicitaria. Ho frequentato la facoltà di Relazioni Pubbliche e Pubblicità allo IULM di Milano e dopo la laurea ho esordito con il mio primo impiego in una agenzia pubblicitaria milanese specializzata in turismo.
Nei miei 15 anni trascorsi a Milano, tra formazione e lavoro, ho sempre risposto a una chiamata spirituale inconscia frequentando centri yoga e incontrando le discipline del settore olistico ai suoi albori.
Nel 2011 lasciai l’azienda in cui ero stata assunta come retail marketing coordinator e scelsi di prendermi un anno sabbatico.
A 33 anni incontrai il REIKI e l’India con il mio primo viaggio studio Ayurveda e Yoga di 3 mesi in Kerala.
Quando tornai in Italia optai per un cambio di stile di vita, mi presi un secondo anno di pausa e mi dedicai corpo, mente e spirito al lavoro di evoluzione personale, al termine del quale divenni Counselor olistica a indirizzo transpersonale, maestra Reiki tradizionale USUI e Ayurveda food coach.
Tornata in India, non più come partecipante di un gruppo bensì come accompagnatrice, non smisi mai più di creare itinerari per viaggi spirituali, di scoperta e avventura in questa Terra che per me è CASA.
L’INDIA è complessa ma a me rimane facile decodificare i suoi messaggi molto più di quanto non riesca a comprendere l’Italia, l’Europa e l’occidente in generale. Fin dal mio primo viaggio in Kerala mi dicevano somigliassi alle donne del Nord e sempre più mi scambiano per una donna di origini indiane al punto che le persone locali rispondono alle mie richieste in Hindi.
Non venero l’India o l’Induismo, ma in questa terra sacra ho fatto i più importanti incontri della mia vita, ho scoperto la mia identità animica, la mia matrice e impronta energetica che lì diventa forte e visibile ad occhi nudi.
IL MIO MODO DI VIAGGIARE
Quando entro in India, entro nel flusso perpetuo di questa gente, sempre in movimento guardando avanti, sempre curiosa come loro di condividere spazio, tempo, e conoscenza con scambi profondi, con nutrimento sacro. Mi viene facile cooperare con le persone, dialogare e impormi quando occorre.
So riconoscere quanto questa meta non sia un viaggio culturale come tanti, ma la spinta, la calamita dell’anima dei viaggiatori che sprona con tante belle e variegate motivazioni a intraprendere un viaggio in cui si sa come si parte ma non si sa come si torna, sicuramente trasformati (!!), chi consapevolmente, chi meno, chi per niente, poco importa.
Nei miei viaggi cerco sempre di offrire un tempo di scoperta di tutte le culture e religioni, e di consentire il tempo fisiologico per sviluppare benessere senza fare le classiche maratone di cui si ricorda solo qualche frammento di sorriso o di sguardo catturato da dietro un finestrino del bus, fermo in un ingorgo.
I tempi sono lenti, si assapora l’esperienza, si incontrano le persone, si impara a vivere le sincronicità, chi con stupore, chi con il sorriso, chi con incredulità.
La relazione con il cibo è sacra, non si sperpera, non si manca di rispetto al proprio corpo evitando di dare spazio a curiosità che possono compromettere il funzionamento di stomaco, intestino e fegato. Chi viaggia con me incontra molta cura per cosa dove e come mangiare, ma tutti sempre sono spronati a ritrovare un antico piacere, dimenticato insieme all’infanzia perduta: mangiar con le mani! Una pratica di routine in India che sperimentandola si apprezza.
Il tempo per lo shopping di monili, abiti e souvenir diventa un’esperienza di viaggio non una fugace ricerca del ricordino.
Le tappe sono tutte soppesate in base alla calendarizzazione dei festival, in base alla stagionalità dei monsoni ed evitando il più possibile il caldo asfissiante o le piogge torrenziali.
L’India si può visitare tutto l’anno e in ogni mese ci sono le destinazioni migliori da scegliere.
Ti aspetto.
Stefania Gigliotti
MASTRO SAREE