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Lo squalo volpe di Daedalus Reef

Dopo averlo lungamente visto in fotografia, ora me lo trovo davanti: Daedalus Reef è lì, piantato nel bel mezzo del Mar Rosso egiziano, con il suo celebre faro, surreale come il lungo pontile che scavalca la barriera corallina, creando un accesso dal mare.

Ma non è il fascinoso faro il motivo principale per cui ci siamo spinti fin qui in crociera subacquea: lungo le pareti scoscese di Daedalus Reef s’infrangono correnti ricche di nutrienti e la vita sottomarina è ricchissima. Immergendosi in qui si può incontrare di tutto. In particolare, è uno dei pochi siti subacquei al mondo dove si ha un’apprezzabile probabilità di incontrare il timido squalo volpe. Un animale d’alto mare, sfuggente, che ama il blu e la profondità.

Il raro squalo volpe… è lui, e solo lui, che ho ossessivamente in mente, mentre mi preparo per l’immersione con Alfonso e rispettive consorti.

S’indossa l’attrezzatura con trepidazione. Poi il passaggio sul gommoncino, sempre un po’ acrobatico, e la micro-traversata, anch’essa rocambolesca, tra onde corte, ripide e spruzzi (come quasi sempre) e poi, finalmente, GO GO GUYS! Capovolta, si entra in acqua. Rapida discesa, giù veloci. Ci siamo tutti? OK per tutti: si inizia ad esplorare il reef, rimanendo intorno ai -25 metri.

A rischio di perdermi le magnificenze di qualche enorme e coloratissimo corallo molle, io, più che al reef, bado al blu dalla parte opposta: perché è da lì, dalla caduta esterna, che può arrivare quanto di più interessante possono riservare queste acque.

Bam! Lo vedo! Non ci credo! E’ lui: una sagoma snella e sinuosa, che si muove con eleganza 15-20 metri sotto di me. Rapido cenno d’intesa con gli altri: in un attimo scarico i polmoni dall’aria e sprofondo per raggiungere la quota dello squalo (e chi ha il Nitrox…ciao ciao! Non ci può venire…ecco perché io non lo amo).

Ci gira intorno, lo squalo volpe, e sua la pelle è blu cobalto, sericea, con riflessi metallici. Io non ho mai visto una pelle così sottile e setosa. In breve: bellissima.

Morbida, flessuosa, la lunga coda dello squalo volpe si muove come il nastro di una ginnasta e frusta l’acqua (ora quelle storie di pescatori decapitati dalla sua coda mi paiono più che mai assurde). Immobile, cerco di respirare il meno possibile per non infastidire lo squalo e osservarlo: si sa, è un animale timido. Come la maggior parte dei suoi simili, ci studia un po’, scivolando nel blu intorno a noi. Infine, dopo qualche minuto, esaurità la curiosità, decide di andare. E quindi va: ormai una sagoma che si allontana nella corrente veleggiando sinuosa.

Svanito: il mio sogno blu.

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