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Azzorre mon amour

Ho una teoria molto personale: chi non ama le isole Azzorre deve per forza avere grossi problemi con sé stesso. Per quel che mi riguarda, io ho invece un chiaro obiettivo: andare a vivere lì (non so quando, non so come – ci sono parecchie cose da sistemare e concordare – ma la meta finale si staglia netta dalle acque dell’oceano). Mi sono fatto fregare da queste isole strane e ancora selvagge, europee per cultura e carattere, con un clima semi-tropicale (grazie alla corrente del Golfo) ma impregnate di oceano Atlantico.

Lasciamo perdere per un momento verdesche, mante, squali mako e squali martello. Lasciamo perdere le immersioni. Perché tutto questo è… super. Mi voglio concentrare sul resto: così, schizzo una manciata di immagini.

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La costa – Spiagge di sassi e ghiaia nera, costa rocciosa. Nuotare nelle piscine naturali, di origine vulcanica. Passeggiare tra antiche vigne e piccole abitazioni in pietra con infissi colorati.

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La cucina – E’ come queste isole: saporita e genuina.  Al ristorante Ancoradouro, seduti di fronte al mare, con la musica dell’oceano nelle orecchie e lo sguardo sul canale che separa l’isola di Faial da Pico, si rischia di impazzire per le lapas, gigantesche patelle, di solito cotte al forno con aromi, dal sapore pazzesco. Una droga. O per la caldeirada de peixe, zuppa calda di pesce, molluschi e verdura, assai diversa da qualunque zuppa di pesce del bacino mediterraneo.

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Il vulcano di Pico – Con i suoi 2351 metri di altitudine Montanha do Pico è il monte più alto del Portogallo. Il trekking sulla cima è davvero bello, un’escursione di difficoltà media che offre viste mozzafiato. Se vi piace camminare in montagna, troverete pane per i vostri denti.

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Le ortensie – Inoltrandovi all’interno, troverete intere pareti di roccia e muretti a secco rivestite di ortensie azzurrine. Muri di ortensie, letteralmente.

Vegetazione – Muovendosi dalla costa verso l’interno, si passa dalla macchia e dai prati verdi in perfetto stile Irlanda ai boschi di latifoglie, che poi diventano di conifere, e infine lasciano il posto a pascoli e alpeggi (vedrete molti bovini allo stato brado – infatti, carne, latte e burro sono eccellenti), spesso circondati da una bruma degna di una pagina di Tolkien. Il modo più semplice per apprezzare tutto ciò è attraversare l’isola di Pico passando per il centro dell’isola, cioè il vulcano e fare passeggiate.

Grotte – Create dal magma in discesa: raffreddandosi all’esterno, ma continuando a scorrere all’interno, la lava ha creato gigantesche tubazioni naturali, molto suggestive.

Balene e whale-watching – “Chiamatemi Ismaele”: non si può evitare di pensare a Melville e a Moby Dick mentre si è in gommone per il whale-watching, con il vento sul viso, la salsedine sulla pelle, e si osserva la coda di un capodoglio (o di una balenottera comune, o di uno zifio, o di una megattera, ecc, ecc) alzarsi al cielo prima del tuffo in profondità.

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