hammerhead shark in its natural habitat in the ocean

Immersioni Sudan: intervista a Sara Valla

Immersioni con squali martello e squali tigre, l’incontro con lo squalo balena e con le pseudorche e decine di altre esperienze uniche nelle acque terse del Sudan: questo è “DQ – Avventure subacquee in Sudan”, di Sara Valla. Il mio genere di libro (e di immersioni subacquee), insomma. Così, ho chiesto unintervista all’autrice: eccola qui, per i lettori di Mastro Sommerso.

1) Sara, il tuo libro narra di avventure subacquee in Sudan. Perché proprio il Sudan?

Buona domanda: di mari e di luoghi dove è meraviglioso immergersi e vivere le proprie avventure ce ne sono tanti al mondo.

Ho iniziato dal Sudan a raccontare avventure (e spero di andare avanti anche con altre mete; io la voglia di scrivere ce l’ho, basta che qualcuno abbia poi voglia di leggerle) perché lì ho vissuto emozioni e sensazioni che mi hanno riportato agli anni dell’infanzia, quando avevo voglia di conoscere ed esplorare tutto ciò che avevo intorno.

Al Sudan sono arrivata tardi. Da tempo desideravo andarci ma non lo avevo mai fatto, forse perché scioccamente pensavo che potesse essere simile ad altre mete… Ora non riesco a fare a meno di tornarci, perché non è solo un luogo dove incontrare squali e altri grandi predatori, ma anche dove poter godere di barriere coralline così variopinte da togliere il fiato. E ho la sensazione che il Mar Rosso sudanese sia ancora molto inesplorato.

2) Qual è il punto di immersione del Sudan, l’hot spot, che preferisci? Su, dai un bel consiglio ai nostri lettori…

Non è facile sceglierne uno, devo essere sincera. Lo capisci anche leggendo DQ… io ho iniziato con il profondo sud, ho fatto l’inverso di quanto si consiglia di solito. Così, anziché partire dalla crociera classica sono stata catapultata subito al sud e qualcuno mi ha detto “Ora non ti piacerà più il resto”. E, invece, la crociera “classica” mi ha poi entusiasmato (anche se, in effetti, c’è più gente – forse in fondo sono un animale solitario). Poi sono andata a nord, e non volevo più venire via…

Ma non divaghiamo, ti dò qualche nome. Nella crociera “classica”, Sha’ab Rumi è uno dei punti di immersione più rinomati al mondo (giustamente): sul pianoro di Sha’ab Rumi quando c’è la corrente giusta c’è tutto, non manca niente.

A nord, Angarosh è un reef davvero splendido.

A sud, Pinnacolo è uno dei miei preferiti, e andando ancora più a sud, Habili Lori e Adam Reef sono indimenticabili. Ma, davvero, sono ingiusta nei confronti di altri punti di immersione segnalandone così pochi.

Lorenzo, il capitano della Don Questo, e Maurizio, l’istruttore-guida a bordo, a sud hanno scoperto un numero inimmaginabile di punti di immersione. Per dare un’idea, sul libro ho messo la loro mappa.

3) Descrivici un fermo-immagine, un frammento vivido di memoria legato a questo posto.

Ne ho tanti, ma uno, che descrivo, in DQ, lo regalo qui ai lettori del tuo blog.

“Lo stava ancora cercando dall’anno scorso, ancora non lo aveva ritrovato. 

Era lo stesso che il primo anno si era ritrovata a fianco a Masamirit? Quando il suo compagno si era girato verso di lei e, guardandola con occhi sgranati aveva indicato poco oltre la sua spalla, girandosi si era ritrovata a fissare un grande occhio e aveva sentito un brivido, quando lo squalo martello la aveva sfiorata col suo guizzo.

Lo sospettava, ma era il suo segreto, e non lo raccontò a nessuno. Tutti, tranne forse la sua amica Raffa, la regina degli squali, che riconosceva ognuna delle femmine di squalo tigre con le quali si immergeva, la avrebbero considerata pazza, se avesse detto che pensava fosse lo stesso animale quel giorno ad Adam Reef, quando per un attimo, dopo una sensazione di vuoto che non era riuscita a spiegare, se non come un tuffo al cuore seguito da una sensazione di caduta libera, mentre decine di martelli volteggiavano in corrente, si era concentrata su uno di quei corpi e un occhio; lo aveva chiamato in silenzio, come a cercare un appiglio in quel momento, ed era arrivato, a una manciata di centimetri, riscuotendola da quello strano torpore. 

Ancora qui non lo aveva incontrato. Lo avrebbe trovato? Dove? A Pinnacolo, a fianco della parete? Ad Habili Lory? Impossibile sapere quando e se; era l’inaspettato, l’improvviso, l’inatteso ciò che regalava le sensazioni più vere.”

4) E invece, allargando lo sguardo al mondo, qual è la tua Top-5 di località subacquee (“squalose” o meno)?

Iniziamo dalle mete squalose…Premetto che non sono stata in tanti luoghi – anche se mi piacerebbe andare ovunque – quindi potrei sembrarti limitata rispetto a quello che diresti tu. Le mie due top sono il Sudan e il Sudafrica.

In Sudan sono sempre andata solo sulla Don Questo. Mi sono affezionata a quella barca; penso che qualcuno, vedendola da fuori, abbia pensato che non sia la barca più bella del mondo, perché non è una di quelle classiche in legno all’egiziana, né un caicco. Ma in questo momento non andrei su nessun’altra barca, perché ha delle caratteristiche che un vero subacqueo riconosce subito. E poi lì c’è Mao, il mio amico “cacciatore di squali”, che sente gli squali martello, come un rabdomante sente l’acqua… oh, poi, se non c’è la corrente giusta non li trova nemmeno lui… ma se ci sono, prima o poi li trova.

In Sudafrica sono stata a Umkomaas nel periodo degli squali tigre. Lì c’è la mia amica Raffaella Schlegel, quindi io (oltre ad essere fortunata: abbiamo incontrato 5 tigre insieme, una magnificenza) ho vissuto anche il Sudafrica in modo privilegiato, con persone espertissime, con una donna che non solo conosce gli squali, ma sa catturarne immagini che da sole ti fanno capire quanto li conosce e li ama. Ed è mia amica.

Poi, tra i luoghi più belli del mondo, ci metto Walea, nel Sulawesi, dove non sempre si incontra pesce grosso, ma ci sono alcuni punti di immersione che ancora ricordo nei miei sogni. Barriere coralline indimenticabili.

E poi… io sono una di quelle persone che amano anche il Mediterraneo: quindi ti devo dire non due ma addirittura tre altri luoghi in Italia che mi hanno fatto conoscere miei amici:

– uno è lo stretto di Messina, dove mi ha portato Francesco Turano, un fotografo che ama il mare e le sue creature in modo contagioso;

– un altro è Marettimo, Isole Egadi, dove le gorgonie rosse le trovi a 15 metri, dove ci sono tante grotte…dove io sono andata con Fabio Tedone, e poi con Gaetano Aiello, un subacqueo che di avventure, in grotta e non, ne ha da raccontare a bizzeffe!

– l’ultimo, ma non per importanza, è il promontorio di Portofino. Chi lo conosce sa  che è uno dei luoghi più belli del mondo, ricco di pesce. Andare lì sotto con Marco Bove, che ci ha fatto credo 4000 tuffi e ti ci porta a occhi chiusi, o con Andrea Galliadi, che ci ha scritto pure una guida ed è biologo… ti lascio immaginare.

5) Per secoli e secoli l’uomo ha considerato gli squali spietati mangiatori di uomini. Noi sappiamo bene che non è così, ma molti (cosiddetti) Sapiens ancora hanno questa convinzione. Che cosa hai da dire a queste persone per far cambiare loro opinione?

Difficile far cambiare idea alle persone che non vogliono cambiarla.

Ho una amica cinese, Aming: alla fine sono riuscita a farla partecipare come testimonial a una campagna contro lo shark finning. Mi ha giurato che, dopo avermi conosciuto, non mangerà mai più zuppa di squalo. La prima volta che le parlai mi raccontò che da loro, sin da piccoli, si insegna che la zuppa di squalo è un piatto prelibato. Quindi dire a una cinese di non mangiare zuppa di pinne di squalo è come dire a un emiliano che di non mangiare i tortelli di erbette…

Credo che solo con la passione, con l’amore, con l’esempio, con le indicazioni di persone che condividono le tue passioni, raccontando storie vere e molto semplici si possa aiutare a comprendere.

Le specie di squali pericolose sono pochissime, lo si può leggere su numerosi libri di scienziati ed esperti di squali. Io racconto la mia esperienza: quando sono là sotto non provo paura, ma ammirazione. Lo squalo che si avvicina il brivido me lo dà, ma di gioia.

Certo che quando ti avvicini allo squalo devi sapere come farlo. La “Raffa” e il suo compagno Dietmar, prima che scendessimo con i tigre, ci dissero come dovevamo comportarci, cosa dovevamo fare e cosa no. Lo squalo va rispettato, mai preso sotto gamba. Proprio come si fa con un cane. O con un delfino, che è come lo squalo, un animale selvatico. E’ splendido, con “la bocca all’insù”, ma resta selvatico.

6) Ci racconti l’esperienza più strana che ti è capitata in mare?

Mi vengono in mente tante di quelle esperienze che fatico a sceglierne una… o forse una ce l’ho… io (e un piccolo gruppo di amici) siamo convinti di aver incontrato uno squalo in immersione in Mediterraneo. Abbiamo visto una cinquantina di dentici – prima tranquilli lungo la parete – allontanarsi velocissimi in un guizzo argentato, poi sopra di noi si è materializzata un’ombra molto grande. Non era un tonno: di tonni ne ho visti in immersione nel Mediterraneo, e sono diversi. E’ stato un attimo. Siamo usciti senza parole e tutti abbiamo pensato la stessa cosa. Ma chissà…

7) Ogni appassionato di cani ha la sua specie preferita, chi il pastore tedesco, chi il dalmata, e così via. Ma noi siamo appassionati di squali e dunque…qual è la tua specie di squalo preferita?

Anche lì non è facile… però se devo sceglierne una, si tratta dello squalo martello, per tutto ciò che racconto in DQ, per l’eleganza, per la forma, per il muso inconfondibile e il singolare meccanismo di localizzazione elettrica di cui dispone, unico nel suo genere.

Ringraziamo Sara e la lasciamo ai suoi preparativi: spedizione scientifica subacquea in Sudan, con scienziati della fondazione Cousteau in Sudan…

 

BIO e RIFERIMENTI

Sara Valla, subacquea dal 1996 e istruttore subacqueo dal 1999, nasce a Parma, dove il mare non c’è… ma il suo cammino la porta a incontrare il mare e la subacquea, e a creare per passione il portale Sublandia (sul cui canale video trovate una video-intervista con la presentazione del libro). Sara ama, ovviamente, viaggiare ed immergersi dove non c’è confusione…

Dove trovare il libro “DQ avventure subacquee in Sudan”? Partite da qui.

 

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