
29 Gen La mia Principessa subacquea
Si chiama Alice. Principessa Alice. Anzi, per l’esattezza, lei è Princesa Alice, perché è una bella portoghese.
L’immagini tra i venti e i trent’anni. Bionda. O forse mora. Ma con gli occhi verdi come quelli di una laguna dalle acque limpide. Ed è molto, molto gnocca, in attesa di essere salvata da qualcosa di non meglio precisato (dato tutto il resto, direi che questo è un particolare poco rilevante).
E invece no, avete immaginato male: la mia Principessa Alice (sulle carte nautiche internazionali Princess Alice) è una vasta secca, un “banco”, cioè un’esteso rilievo sottomarino che s’innalza da un fondale profondo migliaia di metri e che sale fino a circa 30 metri dalla superficie.
Come una vera principessa, Alice sa farsi desiderare: situata a 50 miglia nautiche dalle Isole Azzorre, nel mezzo dell’Oceano Atlantico, per raggiungerla occorrono almeno due ore di navigazione.
Vi chiederete se vale la pena cercare di arrivare a lei? Potete ben dirlo: è sicuramente una delle più spettacolari immersioni che io abbia mai fatto (e, confesso, ne ho fatte parecchie). L’avvenente Princess Alice offre molto a chi si mostra capace di raggiungerla: il suo è un magico mare delle meraviglie.
Qui l’oceano pullula letteralmente di mobule atlantiche (parente più piccola della manta birostris). Pesci con un’apertura alare tra i 2 e i 3 metri, comunque.
A decine e decine, le mobule si radunano qui, una secca dalle acque ricche di nutrienti. Veleggiando come grandi uccelli in questo mare limpido, le mobule accolgono i naviganti e i subacquei in superficie: grandi macchie color nocciola che si muovono appena sotto la superficie dell’oceano.
Non appena t’immergi, le mobule ti circondano come un grande stormo di alieni subacquei, volteggiando sempre più vicine, anche a pochi centimetri dalla maschera. Uno spettacolo naturale incredibile.
Spesso poi arrivano grandi mante birostris. Qui ne ho visto una enorme, che oscurava la luce del sole. In queste acque si può incontrare davvero di tutto: ogni genere di cetaceo e pesce pelagico, squali mako e verdesche, se si è fortunati anche squali martello (ogni tanto avvistano pure il grande squalo bianco, sfortunatamente a me non è capitato di incontrarlo).
Dei carangidi, tonni e wahoo non sto nemmeno a dirvi: ce n’è a bizzeffe. Intorno al sommo della secca, più in basso, spesso si incontrano grandi cernie.
Allora, già innamorati della mia principessa?
INFORMAZIONI
Dove: Pico, Isole Azzorre (Portogallo).
Quando: da luglio a settembre. Si può anche fare snorkeling (l’azione avviene generalmente nei primi 5-10 metri di profondità).
Clima: temperato. L’acqua ha una temperatura solitamente compresa tra i 20 e i 24 gradi centigradi: una muta umida da 5mm è perfetta.
Cosa si vede: mante, mobule, verdesche, mako, cetacei, carangidi, whaoo, tonni, bonitos, cernie. E magari vi imbattete anche nel Glaucus atlanticus…
Per chi: subacquei e appasionati di snorkeling.
Con chi: Mastro Sommerso