
16 Mar Gocce di mare: intervista a Umberto Pelizzari
Umberto Pelizzari è una di quelle persone che gli americani definiscono “larger than life”: indubbiamente uno dei migliori apneisti della storia, l’unico ad aver stabilito record mondiali in tutte le specialità dell’apnea, ha poi creato la scuola Apnea Academy per la diffusione, la didattica e la ricerca dell’apnea subacquea. È anche giornalista e reporter televisivo. Tanta roba, insomma. Per quanto mi riguarda, è anche la persona che mi ha reso istruttore nel 2002, durante il suo leggendario corso istruttori (chi l’ha fatto sa cosa intendo per “leggendario”).
Umberto è, di riffa o di raffa, un grande viaggiatore: nella sua vita ha girato (e gira) oceani e mari di tutto il mondo per record, corsi e stage di apnea, eventi e riprese televisive. Ho allora approfittato della sua presenza all’EUDI, per farmi raccontare qualche esperienza interessante, qualche chicca a beneficio dei lettori di questo blog.
Ciao Umberto, tu hai visitato località e mari di tutto il mondo, che ti hanno regalato molte esperienze. Raccontaci qual è stata la situazione subacquea più bizzarra, o particolare, in cui ti sei trovato?
Più che bizzarra… vi racconterei di qualcosa di inatteso. Mi trovai in una situazione che non mi aspettavo a Mauritius qualche anno fa. Ero lì per lavoro e mi ricordo che, muovendoci in mare, una mattina abbiamo intercettato un grande branco di capodogli. Erano una trentina di animali, si trattava di una migrazione. Siamo entrati in acqua e siamo riusciti a restare con loro, immersi, per mezza giornata. Fu bellissimo, perché io con i capodogli non mi ero mai immerso. Siamo stati in acqua con loro finché i capodogli adulti non hanno compiuto un’immersione profonda, mentre i piccoli sono rimasti a galla ad aspettarli. Alla fine, abbiamo passato quasi sei ore con loro…
Una situazione fantastica, che tutti invidiano, io per primo. Ma continuiamo a parlare dei grandi apneisti del mondo animale, cioè i cetacei: tutti coloro che ti seguono si sono imbattuti nelle tue immagini mentre sei in acqua con loro… ci racconti cosa provi ad immergerti con i delfini?
Immergersi con i delfini è bello perché i delfini non sono proprio come si dice, com’è nell’immaginario delle persone: cioè tu entri in acqua, loro arrivano e iniziano a giocare e compiere evoluzioni e piroette… No, non è proprio così. I delfini, soprattutto nel Mar Mediterraneo sono diffidenti: li vedi, entri in acqua e generalmente loro se ne vanno.
Quindi, il fatto di essere riuscito a farmi accettare da loro è una bella soddisfazione. Significa che mi sono comportato in modo corretto, che l’atteggiamento in acqua era quello giusto. Questa è la cosa che mi piace di più: il fatto di entrare in acqua e farti accettare, attraverso il comportamento e il modo di muoversi, da animali selvatici che magari per la prima volta incontrano un essere umano. Mi piace la ricerca dell’atteggiamento corretto. Tenendo sempre a mente che sei nel loro ambiente, e quindi le regole che valgono per noi umani probabilmente per i delfini non sono quelle corrette. O quelle più adatte per avvicinarli e farsi accettare.
Pensando agli amanti del mare, in particolare a chi si immerge in apnea ricercando il piacere di andare sott’acqua in libertà, magari incontrando animali, c’è qualche località del cuore che vorresti consigliare ai nostri lettori?
L’incontro con gli animali è sicuramente più facile fuori dal Mediterraneo. Tuttavia il mare che a me piace di più, al quale sono maggiormente legato emotivamente è proprio il Mediterraneo. Anche quando ero un’agonista e mi allenavo lontano dal Mediterraneo durante l’inverno (per evidenti motivi climatici), appena potevo tornavo; anzi arrivavo un po’ prima del periodo ideale. A maggio ero già ad allenarmi nel Mediterraneo, anche se a maggio l’acqua è ancora fredda. Quindi, se uno mi chiede un consiglio sul mare più bello, allora, io consiglio il Mediterraneo. Ma è il mio punto di vista, sia chiaro, è quello che io cerco nel mare. È ovvio che se vuoi i delfini che si fanno avvicinare facilmente, le balene, le mante, le orche, e via dicendo, beh, nel Mediterraneo è più difficile trovarli…
Un luogo del Mediterraneo, in particolare, che hai nel cuore?
Per come vivo io il mare, a me piace molto la Sardegna, in particolare il nord della Sardegna. Ma anche il sud della Corsica e molte zone della Sicilia, soprattutto i banchi del Canale di Sicilia, per esempio il Banco Scherchi e il Banco Talbot, secche in mezzo al mare tra la Sicilia e la Tunisia.
L’apnea è qualcosa che affascina, le persone guardano rapite le immagini e i filmati spesso evocativi. Però poi pensano che l’apnea sia un’attività difficile, tecnicamente complessa, il che non è necessariamente vero: tu che consiglio dai a chi vuole avvicinarsi all’apnea in modo semplice e graduale? Parlo di giovani e meno giovani che desiderano migliorare il loro rapporto con l’acqua, anche solo per godersi di più lo snorkeling e le bellezze del mare.
L’apnea può diventare una cosa molto difficile. Come tutti gli sport, del resto: tu puoi iniziare uno sport, divertirti, e poi, se vuoi affinare la tecnica, devi allenarti, devi studiare, insomma devi dedicare tempo e impegno. L’apnea non esce da queste regole.
Ma credo che per avere belle sensazioni, scoprire emozioni nuove, esplorare un mondo che prima non immaginavi neppure potesse esistere, non sia necessario diventare degli apneisti fortissimi. È sufficiente seguire i consigli di un istruttore di apnea esperto. E per fare ciò non è necessario dedicare tante ore tutti i giorni, basta un approccio corretto.
Ringraziando Umberto Pelizzari, vi rilancio la palla: allora, cosa aspettate a diventare apneisti?