
20 Apr Ritratto di Malapascua
Abbiamo organizzato un gruppetto targato “MastroSommerso” e siamo andati a Malapascua.
Il viaggio è un po’ lungo ma, secondo me, ne vale proprio la pena. E non solo per la possibilità di incontrare, con probabilità altissima lo squalo volpe (azzarderei “con certezza”, è solo che la mia formazione da statistico me lo impedisce), ma anche per tutto il resto, cioè l’isola, i suoi abitanti, le altre immersioni.
L’isola e la sua gente
Il clima è tropicale, eccezionalmente piacevole nei nostri mesi freddi (non ho mai acceso l’aria condizionata in stanza), ma buono anche durante l’estate, quando le temperature si alzano, piove un po’ di più e l’acqua è più cristallina. L’acqua, comunque, è sempre calda (questo è un posto da muta da 3 mm, senza ombra di dubbio).
Gironzolando un po’ per l’isola, ci sono diverse spiagge e calette dove non c’è quasi mai nessuno. Perfette per prendere il sole e fare un po’ di snorkeling.
Parliamo degli abitanti dell’isola. La piccola economia locale ruota intorno alla pesca e al turismo e, per gli standard occidentali, questi isolani non sono certo ricchi. Ma sorridono sempre: sono persone dal carattere mite, sempre gentili, che chiacchierano volentieri. Vivono in semplici abitazioni, spesso piccoli capanni, intorno ai quali giocano i bambini – bellissimi. La massima aspirazione dei ragazzi è invece comprarsi una moto, con la quale poi percorrono avanti e indietro in modo un po’ paranoico le piste sabbiose (non ci sono strade asfaltate) che attraversano i 2,5 km di lunghezza dell’isola, di solito a non più di 10 km/h. Quasi tutti allevano galli da combattimento, attori principali del barbaro sport locale (ma tant’è, sono le loro usanze).
Ci sono numerose bancarelle che vendono street-food locale: spiedini di pollo e maiale piccanti, calamari grigliati, fette di pancetta cotta al barbecue. E poi frutta fresca: mango, banane, lime e ananas. Tutto semplice, eccellente e molto economico (e, almeno per quanto riguarda il nostro gruppo, senza indesiderati effetti secondari gastro-intestinali). La sera, ci sono numerosi localini dove prendere un aperitivo e assaggiare la saporita cucina locale, in testa il pacit canton (noodles con carne, pesce, verdure) e il chicken adobo o il pork adobo (pollo o maiale marinati e cotti in umido con una salsa saporitissima, accompagnati da verdure e riso).
Le immersioni
Inutile negare che qui si viene principalmente per incontrare lo squalo volpe a Monad Shoal. Monad è un altopiano sottomarino dove gli squali volpe sono di casa grazie alla presenza di varie stazioni di pulizia, o cleaning station, dove gli squali volpe si fanno rimuovere i parassiti dalla pelle e ripulire le branchie.
Ci sono due punti principali d’immersione a Monad, uno sul pianoro e l’altro a qualche centinaia di metri di distanza, sul ciglio della secca. L’immersione è comunque piuttosto semplice: si entra in acqua all’alba, ci si fionda vicino a una delle cleaning station (vicino, ma non troppo, per non disturbare i guardinghi squali), intorno ai -30 m, e si aspetta immobili che gli squali volpe si avvicinino. Spesso gli squali si lanciano in spettacolari planate a pochi centimetri dalla testa dei subacquei: un’esperienza memorabile. Qui è piuttosto comune incontrare anche mobule e mante, oltre a squali pinna bianca che dormono nelle spacche della cigliata della secca.
Restando sul pesce pelagico, non si può non menzionare l’immersione a Kimod: un reef pelagico dove (sempre all’alba, qui ci si sveglia sempre prestissimo…) è possibile incontrare gli squali martello. Noi ne abbiamo visti solo un paio, ma è capitato che ne vedessero decine o addirittura centinaia.
Poi c’è Gato Island, un panettone di roccia e arbusti che emerge dal mare, è un altro sito davvero molto bello. Le pareti sommerse dell’isola sono tutte molto belle, ma direi che è particolarmente meritevole è l’immersione nel tunnel attraverso l’isola di Gato: nella caverna si incontrano squali pinna bianca e squali bambù, oltre a numerosi nudibranchi e crostacei.
Vi sono numerosi altri siti d’immersione intorno a Malapascua, generalmente poco profondi, dove la fanno da padroni le “piccole cose” bentoniche: nudibranchi, frogfish, pesci mandarino (si assiste al loro accoppiamento in un’immersione crepuscolare di cui mi riservo di parlare un’altra volta), cavallucci marini e minuscoli crostacei. È piuttosto frequente l’incontro con i serpenti marini.
Un viaggio che mi sento di consigliare.
INFORMAZIONI
Dove: Malapascua, Filippine.
Quando: tutto l’anno (il clima è più caldo e un po’ più piovoso nella nostra estate, ma l’acqua è cristallina).
Temperatura dell’acqua: generalmente compresa tra i 24 e i 30 gradi. Muta leggera, dunque.
Cosa si vede: squali volpe, squali pinna bianca, squali martello, squali bambù, pesci mandarino, frogfish, cavallucci marini (tra i quali spicca il cavalluccio marino pigmeo), nudibranchi e gamberetti simbionte di ogni tipo, oltre a una vasta schiera di pesci di barriera e pelagici.
Per chi: per tutti gli appassionati di mare, di subacquea e di snorkeling
Con chi: Mastro Sommerso