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Lo squalo Zambesi: 10 curiosità

Lo squalo Zambesi è uno squalo relativamente diffuso e sorprendentemente adattabile, spesso citato in caso di attacco all’uomo, ma tutto sommato poco conosciuto, anche da molti subacquei.

E allora facciamo la sua conoscenza attraverso 10 curiosità che lo riguardano.

  1. Nomi a volontà – Il suo nome scientifico è Carcharhinus leucas. Nei Paesi anglosassoni è noto come “Bull shark” (letteralmente “squalo toro”.. ma in italiano, beh lo squalo toro è un altro, il Carcharhinus taurus). Vista la sua diffusione ha molti nomi locali: carcarino leuca, squalo del Gange (che in realtà è un altro squalo), zambi, squalo baleniere del Fitzroy, squalo di van Rooyen, squalo del Lago Nicaragua, squalo estuarino, squalo di fiume, squalo d’acqua dolce, squalo dello Swan, squalo cucciolo.
  2. Poco sale, grazie – lo squalo Zambesi vive sia in acqua salata, sia in acqua dolce, passando dall’una all’altra senza problemi, e nuotando anche in poche spanne d’acqua. Per vivere, in linea generale, gli squali hanno bisogno di molto sale nel loro corpo: lo squalo zambesi no. Ha infatti sviluppato una forma di adattamento particolare (che riguarda i reni e una ghiandola presente nella coda) che lo mantiene “salato” anche quando nuota in acque dolci. Ecco perché in Africa gli zambesi sono spesso avvistati (ma guarda un po’) nel fiume Zambesi, nelle Americhe nel Mississippi e nel Rio delle Amazzoni. Si trova anche nel lago Nicaragua. Presente nel fiume Brisbane, in Australia, è stato visto nuotare per le strade della città durante un’esondazione, e addittura nel laghetto di un campo da golf nel Queensland (dove è arrivato dopo un’inondazione).
  3. A testate – Il nome “Bull shark” deriva dal muso massiccio e dall’abitudine di attaccare le prede colpendole a testate, proprio come un toro.
  4. Stomaci forti – Gli squali Zambesi cacciano instancabilmente sia di giorno che di notte, e mangiano un po’ di tutto: pesce (inclusi altri squali), molluschi soprattutto. Ma anche uccelli marini, piccoli cetacei, altri mammiferi acquatici e tartarughe. Gli umani non sono parte della dieta abituale di uno squalo Zambesi.
  5. All’attacco – Abitando anche acque basse e costiere, vicino a centri abitati, questa specie è responsabile di molti attacchi all’uomo (per lo più surfisti, scambiati per un cetaceo o una tartaruga). Secondo il database della University of Florida, dal 1580 ad oggi il 12% degli attacchi all’uomo (che in totale, includendo tutte le specie, sono stati 814) sono dovuti al Bull shark, mettendolo al secondo posto nella classifica delle specie più pericolose di squalo (in testa c’è il grande squalo bianco, con il 38% degli attacchi).
  6. Taglie forti – Le femmine sono più pesanti e più corte dei maschi, superando tranquillamente i due quintali, distribuiti su una lunghezza inferiore ai 2 metri. Insomma: non snellissime, le signore.
  7. Veloce ma non troppo – Lo squalo Zambesi generalmente ha una velocità di crociera inferiore ai 10 km/h, ma può raggiungere velocità di poco inferiori ai 20 km/h. In ogni caso, tenete presente questo: nuota (molto) più veloce di voi…
  8. Morso pesante – Se pensate che il morso più potente tra gli squali sia quello del grande squalo bianco, beh, sbagliate: il record è del nostro amico Zambesi, il cui morso arriva ad esercitare una forza di 6mila Newton (abbastanza da sollevare un cavallo di media grandezza). Insomma, non fatelo arrabbiare e cercate di non farvi mordere.
  9. Una vita complicata – Pur essendo meno in pericolo di altri squali in termini di numerosità dello stock ittico, lo squalo Zambesi è attivamente cacciato dall’uomo, soprattutto per le pinne (ma anche per la pelle, la carne, il fegato, oltre che per mero, sadico, divertimento). L’inquinamento di fiumi, oceani e laghi, poi, non fa loro granché bene. Inoltre, hanno i loro nemici naturali: squali più grandi, orche e coccodrilli. Se messi alle strette da un predatore, hanno una strategia fantastica: gli vomitano addosso, e così facendo spesso lo distraggono.
  10. Che gravidanza! – Gli squali Zambesi sono animali vivipari che generalmente partoriscono dai 4 ai 10 cuccioli vivi dopo ben 12 mesi di gravidanza (e infatti le femmine gravide sono belle panciute). Vivranno in media una dozzina d’anni, se qualcuno non gli fa fare una brutta fine prima.

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Nonostante sia relativamente diffuso, non è uno squalo facile da osservare in immersione. Io ho avuto la fortuna di incontrarlo più volte in Oman, ed è stata un’esperienza memorabile.

Quest’anno, in febbraio sono volato in Messico a incontrarli a Playa del Carmen, dove (tra novembre e marzo) l’incontro con gli squali Zambesi è quasi garantito (insieme a quello con i pesci vela).
E infatti guardate cosa è successo…

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