
24 Nov Varianza Subacquea
In tanti viaggi e crociere per sub, mi ha sempre stupito la varietà di usi e costumi che si riscontra girando per diving e luoghi d’immersione sparsi per il mondo.
Pratiche normali in un luogo sono considerate follia in altri posti. Questa varianza (abbiate pazienza, ho una formazione statistica) subacquea fa sì che si perdano un sacco di occasioni per fare belle immersioni. È frustrante. Molto frustrante. Ecco qualche esempio.
Ondine e obesità
Ho visto abortire immersioni con 30 cm di onda.
A Playa del Carmen, in Messico. C’erano nugoli di squali leuca (“zambesi”) che ci aspettavano là sotto, a 800 m da riva, e noi niente: immersione abortita per mare agitato, “gli americani, in maggioranza obesi, non riescono a salire in barca”, questa la motivazione.
Mentre io, di costituzione piuttosto asciutta, ingoiavo la faccenda, pensavo allo stridore rispetto alla situazione del Sudafrica, dove per fare immersioni con gli squali tigre si esce facendo il surf con il gommone lanciato a manetta su frangenti di due metri. Oppure, durante il “Sardine Run”, si va fuori in barca per ore, tra le onde incazzose dell’Oceano Indiano, in stile “Cowboys from Hell”. O le Azzorre, dove si naviga anche due ore in pieno Oceano Atlantico, per andare a vedere mante, mobule e squali a Princess Alice, con onde degne di un signor oceano.

Un mio incontro ravvicinato con lo squalo Zambesi, o Estuarino, o Leuca, o Bull shark che dir si voglia.
La pastura per squali non piace ai maldiviani
Le Maldive, all’esterno degli atolli, cioè in oceano aperto, sono praticamente territorio vergine per le immersioni. Sono acque da squalo pinna bianca oceanico, il Longimanus, e da squalo tigre, da squalo seta, e da qualsiasi animale pelagico tipico delle acque tropicali.
Perché non andarci, pasturare in modo gentile (come si fa alle Azzorre con le verdesche), con pazienza e senza esagerare, lontano da villaggi e resort, e attirare qualche bella bestia della cui vista godere in immersione? Discutendo con gestori di diving ho desunto che il motivo principale per cui non si fa è che non si è mai fatto. E dire che si aprirebbe un mercato: quale subacqueo non vorrebbe trovarsi a tu per tu con squali “significativi” nelle calde acque blu al largo di un atollo maldiviano?
Delfini in apnea? No grazie, siamo italiani
Alle Azzorre, ma anche in Mar Rosso e in un sacco di altri posti, ci si può immergere in apnea con delfini e altri cetacei.
Chiunque nuoti decentemente, sappia indossare una maschera e tenere in bocca uno snorkel può vivere un’esperienza unica.
Nel Mediterraneo, invece, è tutto più difficile. Nell’Area Marina Protetta delle Egadi, peraltro bellissima e ricca di sorprese subacquee, è piuttosto comune incontrare stenelle e tursiopi: ma si può entrare in acqua con i delfini? Assolutamente no! Motivo: è vietato. Da chi? Dal regolamento. Uhm. E dire che se lo snorkeling è organizzato bene, con regole su distanza da tenere rispetto ai cetacei, numero di persone in acqua e via dicendo (come avviene per esempio alle Azzorre), gli animali non sono disturbati (…tanto quando si scocciano se ne vanno), le persone vivono un’esperienza unica (ho visto gente piangere di gioia) e, “last but not least”, i diving lavorano bene.
Una bella opportunità di business. Ecosostenibile. Ecoeducativo. A me non pare così male…
Verdesche lontane
Nelle acque antistanti il mio paesello d’origine, in Liguria, ci sono boe pelagiche. A 20-30 miglia dalla costa. Parlando con pescatori professionisti, so che sono regolarmente frequentate da verdesche. E tonni. E corifene (o lampughe). E cetacei.
Ma quando propongo a un diving di andarci la risposta è che “è lontano”, o “costa troppo in termini di carburante”, oppure “non abbiamo tempo per fare le immersioni esplorative”, o ancora “non è sicuro che si vedano gli squali”.
Ma per favore… ma quando mai è sicuro?!? Con un gommone veloce ci si va in un’oretta, a quelle boe. La distanza è pari o inferiore a quella di un sacco di immersioni che si fanno in giro per il mondo. E se un diving investisse in qualche immersione esplorativa con un po’ di pastura fatta come si deve, e poi proponesse immersioni pelagiche di quel genere, beh, io credo avrebbe il pienone.
Perché i subacquei pagano per le belle emozioni. Alle Azzorre i miei amici del CWAzores hanno iniziato così, con inventiva, con il coraggio di provare qualcosa di nuovo.
Potrei continuare con altri esempi. Ma credo che ormai abbiate colto il punto. La domanda è: perché questi paraocchi? Perché non allargare gli orizzonti e incrociare le esperienze, fare qualcosa di nuovo? Tipo: immersioni con pasturazione al largo delle Maldive? O cercare le verdesche al largo della Liguria? La subacquea, secondo me, ne avrebbe bisogno.
PS – Superfluo dire che se c’è qualche operatore turistico che mi legge – in primis gestori di centri diving o barche da crociera subacquea – e vuole provare a fare qualcosa di nuovo, beh, contatti subito Mastroviaggiatore: noi ci proviamo ad essere diversi, e quindi siamo aperti a iniziative interessanti…
Per chi fosse interessato a viaggiare nei posti citati sopra, Mastrosommerso consiglia:
MESSICO PLAYA DEL CARMEN – DIVING E MOVIDA – BULL SHARK E PESCI VELA
SUDAFRICA – TIGER SHARK DIVING