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Una vacanza in Sudafrica, subacquea e non

Considero il Sudafrica una specie di Eden subacqueo.

C’è di tutto: acque tropicali e acque fredde/temperate, barriere coralline e foreste di kelp, squali e cetacei di ogni tipo, otarie, pinguini, cernie giganti, marlin e tonni. Si perde la testa, da quanta roba c’è. Quindi: parliamone.

Ora, in Sudafrica vi sono due grandi aree d’immersione, ben distinte.

La costa nord-est

Calda, ricca di vita, è famosa per le immersioni con gli squali tigre, delle quali vi ho già raccontato qui, e quelle con i carcarini leuca (“bull shark”, o squalo zambesi) ai Protea Banks.

Inoltre, questa zona è vicina al Mozambico – lo si raggiunge in auto – con i suoi carcarini leuca e le mante. In giugno e luglio la costa est è il teatro del Sardine Run.

La costa sud

Qui la situazione climatica cambia, perché l’oceano è più freddo, ma è un’area super-interessante per organizzare una vacanza, non solo subacquea. Non ci si annoia per nulla….

Concentriamoci quindi sul sud, cioè la zona di Cape Town, della quale su questo blog non ho ancora parlato; vi darò alcune indicazioni, essendoci stato di recente.

La base

Di norma è Simon’s Town, a pochi chilometri da Cape Point, cioè Capo di Buona Speranza. Cittadina piccola e tranquilla, la cui architettura tradisce subito le sue origini coloniali, Simon’s Town è sormontata dalle alture costiere, con negozietti e ristorantini intorno al porto, che costituisce il centro vitale del luogo.

Sott’acqua

In questa zona direi che le grandi attrazioni subacquee sono principalmente quattro.

 

1) Le immersioni pelagiche con squali
Molto simili a quelle effettuate alle Azzorre: è molto probabile vedere verdesche (“blue shark”) e squali mako, lì nel mezzo dell’Oceano Atlantico, sospesi nel blu, in drift a una decina di metri dalla superficie. A seconda della fortuna, in queste immersioni ci si può imbattere anche in squali martello, tonni, marlin, tonni, delfini, globicefali, balene e via dicendo. Insomma, qualunque animale pelagico dell’Atlantico può passare di lì…

L’immersione si può fare con bombole, oppure in apnea, a seconda delle preferenze. La temperatura dell’acqua è intorno ai 20 gradi centigradi e può variare in base alle correnti, oscillando tra i 18 e i 22 gradi, ma senza grandi escursioni termiche durante l’anno.

 

2) Le immersioni nel kelp con squali costieri
Le foreste di kelp, oltre a creare un ambiente altamente suggestivo, ospitano numerose specie di squali. In primis il “sevengills shark”, un grande notidano, raro squalo della stessa famiglia del capopiatto, avvistabile qui con elevata probabilità, anche in numerosi esemplari.

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Poi lo squalo pigiama (“Pyjama shark”), il “Leopard catshark” e altri squali bentonici della famiglia Scyliorhinidae, (“Catshark” e “Shyshark”). Senza dimenticare le chimere (rare: il nome non è casuale, temo), lamprede e svariati pesci ossei.

Nel kelp capita anche d’incontrare qualche otaria: in un’immersione, un’otaria mi ha seguito per un quarto d’ora, facendo su e giù. Frequenti anche i nudibranchi e i ricci, molto colorati.

Sì tratta di immersioni costiere, poco profonde (max 12-15 metri), con acqua che difficilmente supera in 14-15 gradi. Quindi, con la muta, regolatevi di conseguenza.

 

3) Le otarie
Fattibili sia con ARA, sia in apnea. Sono immersioni costiere divertentissime. Questo perché sono divertentissime le otarie, creature intelligenti, curiose, dall’aspetto tenero (ma non dimenticate mai che sono animali selvatici e, se molestate, sanno difendersi), vagamente esibizioniste, che amano giocare con i subacquei, avvicinandosi tantissimo, anche mordicchiando pinne, fotocamere, fruste penzolanti, ecc.
Mai aggressivamente, sia chiaro: giocano, come dei Labrador.

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Su profondità e temperatura dell’acqua valgono le considerazioni fatte per le immersioni nel kelp.

Francamente, queste con le otarie sono tra le immersioni più esilaranti che abbia mai fatto.

 

4) Il grande squalo bianco
Un “must”, se si capita qui, perché non sono molti i luoghi nei quali lo si  incontra con pratica certezza. Si tratta d’immersioni che si effettuano obbligatoriamente in gabbia, anche in apnea (anzi: alcuni operatori operano solo in apnea), tanto si è praticamente in superficie. La visibilità, dove si avvista il bianco, è spesso ridotta, ma comunque vedersi sfilare accanto un massiccio bestione di quattro metri, vi assicuro, è notevole.
Il rischio è sostanzialmente nullo: la gabbia è robusta e, in ogni caso lo squalo non ha alcuna intenzione di attaccarla: è interessato solo alla pastura.

Lo squalo bianco si vede molto bene anche dalla barca, per cui anche chi non si immerge può vivere questa esperienza piuttosto unica.

Per le temperature dell’acqua, vale quanto detto nei due punti precedenti.

Fuori dall’acqua

C’è l’imbarazzo della scelta. Vi dò alcune dritte, senza alcuna pretesa di essere esaustivo.

Riserve naturali
Doverosa la visita a una delle due riserve di pinguini della zona: Boulder’s Beach e Stony Point. Ospitano due colonie di alcune migliaia di pinguini africani (specie a forte rischio di estinzione). I pinguini si vedono davvero a distanza ravvicinata, specie a Boulder’s Beach. Basta superare il punto più affollato dai turisti, proseguendo sul sentiero costiero, per trovare scogli tranquilli dove capita di trovarsi seduti di fianco a un pinguino, come è successo a me.
Sono tipi discreti, i pinguini…

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Spingendosi più all’interno, si trovano numerose riserve dove è possibile vedere i grandi animali africani, i Big Five, elefanti, leoni, leopardi, rinoceronti, bufali. Bastano anche solo due o tre giorni.

Poi c’è la riserva naturale di Cape Point. Cioè: Capo di Buona Speranza.
Ho amato subito quel posto, si respira un’aria di mistica marinara. Vi sono numerosi sentieri e si possono effettuare trekking di varia durata. La maggioranza dei turisti, in effetti, si limita ad andare al faro e farsi la foto ricordo vicino al cartello con latitudine e longitudine (ho la sensazione che molti preferiscano fotografare l’attimo, anziché vivere l’attimo…).
Invece, vale la pena girare un po’. Io mi sono spinto sulle rocce della cresta, fino in punta: Cape Point! Un luogo carico di energia, un panorama bellissimo.

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Whale watching
Fate voi: parliamo di un tratto di oceano pieno di balene (e delfini). Inclusa la balena franca australe, assai rara. Insomma, il tour di whale watching è un must per tutti.

Vino e cibo
Da queste parti fanno ottimo vino, e vi assicuro che non sono affatto estranei al buon vivere. In particolare, la zona di Stellenbosch è rinomata per i suoi bianchi e i rossi. Organizzano sugose visite nelle tenute vinicole, con pranzo e/o cena, o aperitivi con grandi taglieri di formaggi e salumi (anche di cacciagione locale) serviti in scenari naturali bellissimi. Ovviamente, si può pernottare.
Quanto al cibo, non aspettatevi la raffinatezza italiana, ma si mangia un sacco di ottimo pesce, nonché carne, anche selvatica (“wild game”). Io ho amato piatti rustici come fish&chips di pesci oceanici, senza dimenticare un paio di commoventi bistecche (“ribeye steak”) al sangue, annaffiate da birre artigianali locali.
Ndr: il cambio euro/rand particolarmente favorevole (almeno al momento della redazione di questo post) rende assai economici i pasti.

Sport
I sudafricani sono mediamente tipi tosti e sportivi, per cui abbondano le attività all’aperto, tipo la discesa in corda doppia dalla Table Mountain di Cape Town, giri in kayak (con guida) lungo la costa per osservare i pinguini, giri in mountain bike nella riserva naturale di Cape Point, per non parlare del surf, che qui praticano quasi tutti.

Sicurezza
Quando si nomina il Sudafrica, è un argomento che non si può tralasciare: ebbene, la costa di Simon’s Town è tranquilla. Sia di giorno che di notte.

Quando andare
Il nostro inverno corrisponde alla loro estate, perché il Sudafrica è nell’emisfero australe. E l’estate sudafricana è calda (grosso modo come la nostra), l’acqua è lievemente più calda della media annua – parliamo sempre di 15-16 gradi centigradi sotto costa, e 20-22 gradi in pieno oceano. La visibilità d’estate è peggiore che in altri periodi dell’anno.

Viceversa, durante l’inverno sudafricano (che evidentemente corrisponde alla nostra estate) le temperature esterne sono sempre buone (massime intorno ai 20 gradi, minime intorno agli 8-9), con ottima visibilità in acqua, che ha temperature solo di poco più basse rispetto all’estate. Autunno e primavera sono poi una via di mezzo, e sono ottimi periodi.

Quindi, si può andare tutto l’anno, sta solo a voi decidere.

Attrezzatura
Il diving al quale mi sono appoggiato, Shark Explorers, ha attrezzature di prima scelta (anche se io mi sono portato tutto, come sempre). Hanno bombole d’acciaio e attacchi DIN. Per le mute, qui le guide usano per lo più 5 mm umide da apnea (stessa muta che ho portato io: calda e morbida), e per qualche ragione che mi sfugge, odiano stagne e semi-stagne.

Il post è un po’ lungo, me ne rendo conto, ma spero sia chiaro il concetto: il Sudafrica è un posto dove vale la pena andare, e non solo per le immersioni, bensì per una vacanza a tutto tondo.

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