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Turismo subacqueo di prossimità: Marettimo

Alcune località per subacquei sparse per il mondo hanno riaperto le porte a noi popolo del mare: Egitto, Maldive… Questo ci rende felici, io ho passato momenti bui.
Ma per molti di noi questo è l’anno delle vacanze vicino a casa, in Italia, tipicamente. Con quel gusto per il neologismo che personalmente trovo abbastanza fastidioso, è stato battezzato “turismo di prossimità”.

In sostanza, però, significa principalmente una cosa: Mar Mediterraneo, il Mare Nostrum… che resta bellissimo, se lo si sa apprezzare.
Le mete mediterranee che ci strizzano l’occhio sono molte, ma ora voglio spendere due parole su una che mi ha davvero trafitto il cuore con la sua bellezza e della quale mi sono perdutamente innamorato (non sto esagerando, no): Marettimo.

Marettimo è un blocco di calcare dolomitico piantato nelle acque più blu che uno si possa immaginare. Le sue pareti di roccia ricche di pinnacoli che cadono verticalmente in mare e continuano la drammatica caduta là sotto, tra guglie e anfratti. Trattandosi di calcare (roccia tenera), e di un’isola battuta da vento e onde, è stata modellata da Nettuno, e si è riempita di grotte. Subacquee e non.

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Io l’ho scritto spesso, su questo blog: non sono un grande fan delle grotte, e chi mi conosce e segue sa che sono uomo da acque aperte, squali, pelagici, cetacei, non da grotte e non da animaletti. Ma qui (come nel caso dei Cenotes in Messico), eh, qui le grotte hanno lasciato il segno su di me. Ce n’è di ogni genere. Grandi, sommerse e famosissime, come La Cattedrale – il cui nome già da solo dice qualcosa della sua maestosità – e altre più superficiali, visitabili anche soltanto facendo snorkeling, a nuoto, o in barca (il giro in barca delle grotte di Marettimo è un must).

Di pesce pelagico sott’acqua ce n’è a bizzeffe. Qui ho incontrato dentici da un metro. E poi cernie, fauna bentonica, tutto quello che il nostro mare sa offrirci.

Spezzo una lancia per ciò che sta SOPRA la superficie marina.

L’isola, per il suo aspetto, è paragonabile ad una località dolomitica, solo che è collocata nel blu. Ed è piena di sentieri, curati e ben segnati. Il punto più alto dell’isola è il Monte Falcone, che con i suoi 686 m lo rende tecnicamente una montagna, oltre che un’escursione di tutto rispetto.

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Io, che nella vita mi divido tra apnea, immersione con le bombole e skyrunning, qui faccio fatica a scegliere. Ma non serve scegliere: si può fare tutto. Qui ho fatto dei giri memorabili, su è giù per queste montagne, perché di questo si tratta. Vi dico solo che ci sono interi pendii (parliamo di svariati ettari), di rosmarino selvatico fitto fitto, il cui profumo inebria.

Quindi, non solo mare, ma anche escursioni e giri per tutti i gusti e tutte le gambe.

E poi c’è il paesino. Delizioso. I barucci, le granite, il porticciolo. Qualche ristorantino – e qui niente, della cucina siciliana non parliamo nemmeno, cosa c’è da dire, se non che è sicuramente una delle più buone al mondo?

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Marettimo. Io ve l’ho detto. (Ma sono un po’ geloso.)

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