La Giornata degli Oceani dura un solo giorno

La Giornata degli Oceani dura un solo giorno.
Però, noi, davvero, non smettiamo mai di preoccuparci degli oceani e della loro salute, è un nostro dovere. Perché veniamo da lì.

I subacquei, o almeno molti di loro, hanno infatti un legame speciale con il mare. Quel tipo di legame per cui provi una speciale euforia quando sali in barca per un’uscita e la senti beccheggiare sotto i piedi mentre butti l’occhio all’attrezzatura – lì da qualche parte che aspetta di essere usata – e aspiri avidamente quell’aria salmastra. A me piace anche l’aria dei porti, anche quando non è pulitissima: sa di mare, oceano. Come dice un mio amico marinaio e giornalista: “La salsedine corrode la banalità”.

Personalmente ho un legame atavico, un’attrazione invincibile per il mare: per dire, amo anche l’alta montagna, ci corro, la vivo intensamente, ma proprio qualche giorno fa mentre correvo su una cresta, pensavo che, se messo di fronte alla scelta (assurda e stupida) tra oceani e vette, non esiterei un picosecondo e andrei dritto verso l’acqua, senza nemmeno sapere razionalmente il perché. E non avete idea di quanto amo la montagna. Ma il mare di più.
Non credo che ci sia nulla di casuale in questa attrazione per il mare che molti di noi percepiscono, penso che ci sia di mezzo il DNA, una storia evolutiva che dura dal periodo Cambriano: è la grande acqua fuori di noi che richiama a sé l’acqua contenuta nei nostri corpi.
Ora, non stanno bene, gli oceani: coste sovrappopolate, sovrasfruttamento ittico, riscaldamento e acidificazione delle acque, vasta presenza di plastiche e microplastiche e infinite altre forme di stupidità umana.

So che sono quelle affermazioni un po’ buoniste che, vabbè…, ma proviamoci: se amiamo così tanto il mare dobbiamo fare qualcosa. Sempre. Non solo nella Giornata degli Oceani. Significa occuparci individualmente e collettivamente di qualcosa che ci riguarda in prima persona come subacquei, che ci appartiene e a cui apparteniamo.
Ci sono molti modi per occuparsi degli oceani – fondazioni, associazioni varie, attività di in prima persona o donazioni, oppure acquisto di merchandising, o consumo sostenibile di pesce e molluschi non a rischio. E tanto altro. Lo stesso viaggio subacqueo aiuta il mare: perché coinvolge attività economiche che sostengono l’ambiente marino. Per esempio, ogni diving o barca da crociera che vi porta a vedere gli squali li rende una risorsa economica preziosa da VIVI, e non da morti, aiutandoli. Stessa roba con i cetacei e i whale-watching e tante altre attività. Pensateci. Perché noi siamo mare.

E appena vi capita, lasciatevi galleggiare sulla superficie del mare, rilassatevi, fate un respiro profondo e sentite l’oceano che vi accoglie. I suoni che provengono da fuori si smorzano, il rumore e il silenzio diventano una cosa sola. Io sarò un pazzo, ma lo faccio spesso. E mi sento incredibilmente vivo.

mastrosommerso

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